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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 11/09/2012

DIRITTO AL LAVORO PER I DISABILI
In una società dove l’occupazione rappresenta una fra le tante problematiche che assilla i cittadini, un raggio di luce rincuora molti animi: è aumentata del 6% l’occupazione relativa alle persone diversamente abili.
 

“L’attenzione verso la categoria sensibile degli invalidi deve essere mantenuta sempre alta ed i diritti a favore dei diversamente abili sempre garantiti. Nell’ambito del lavoro, anche in un momento difficile come quello che stiamo vivendo,  è necessario che sia ritagliato ed assicurato il posto anche ai disabili - Afferma il Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci”.
 

La sesta relazione realizzata dall’Isfol sullo stato di attuazione della Legge 68/99, “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”, ha fornito una panoramica soddisfacente riferita all’anno 2010: risultano infatti assunti circa 22mila lavoratori disabili. Le regioni che hanno risposto in modo positivo sono rappresentate da quelle del Centro-Nord (89%).
Nello specifico, la ripartizione è avvenuta evidenziando come miglior sbocco le imprese con oltre 50 dipendenti nel 2010, con percentuali pari al 44%, e in quelle fra i 15 e i 35 nel 2011 con percentuali pari al 43%. Quanto alla formula contrattuale, a partire dall’anno 2006 i contratti a tempo indeterminato sono passati dal 51,6% al 40% del totale mentre quelli a tempo determinato hanno avviato un processo inverso, passando dal 41,6% al 52,3%.
In seguito alle modifiche apportate in materia con il decreto Sviluppo, Legge 134/2012, i posti riservati ai disabili sono 34 mila nel pubblico e 134 mila nel privato. I contratti a tempo determinato, se non superiori a sei mesi, possono essere esclusi dalla base di calcolo per le assunzioni obbligatorie di personale disabile.

“Assicurare una vita serena e dignitosa in ambito occupazionale a cittadini con disabilità è un atto di civiltà irrinunciabile –aggiunge il Presidente Epas- e reputiamo indispensabile non perdere mai di vista obiettivi sociali di così vasta portata. Anche se le difficoltà attuali finiscono inevitabilmente per riversarsi su tutti, il senso di equità che lo Stato deve garantire ad ogni singolo individuo –prosegue Nesci- non deve mai essere messo da parte, e deve sempre tenere in considerazione realtà che, se opportunamente valorizzate, rappresentano indubbiamente risorse ed esperienze di straordinario valore per tutta la collettività”.


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