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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 28/09/2012

ANCORA POCHE LE REGIONI IN REGOLA CON I TAGLI STABILITI DALLA LEGGE
Niente di nuovo sotto il sole, nemmeno se il sole è quello del Ferragosto 2011, periodo incandescente per quel che riguarda i tagli che hanno investito in pieno il nostro Paese e che (nelle intenzioni …) avrebbero dovuto ripartire i sacrifici tra tutti i cittadini in nome del bene comune supremo, ossia la riduzione del debito pubblico. Ma se pensionati e lavoratori hanno dovuto fare i conti con cambiamenti che ne hanno minato la già fragile situazione economica, con conseguenze drammatiche e destinate a far aumentare la fetta di popolazione italiana appartenente ai “nuovi poveri”, la Pubblica Amministrazione è riuscita al solito a limitare i danni a colpi di rinvii, cavilli burocratici, postille di articoli e interpretazioni discordanti riguardo provvedimenti e leggi. Un film già visto insomma, che negli ultimi giorni però ha fatto emergere in maniera ancor più lampante nefandezze e comportamenti riprovevoli da parte di chi, sempre pronto a governare chiedendo sacrifici ai cittadini, si guarda bene dal rivedere la logica dei privilegi che caratterizza il potere a tutti i livelli.

“Continuiamo a meravigliarci se i cittadini sono sempre più distanti dalla politica? Io credo che la sfiducia sia la naturale conseguenza di ciò che sta accadendo in Italia –afferma Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- e non mi riferisco solo alle difficoltà legate all’universo occupazionale o all’aumento costante dei costi e delle tasse, ma anche e soprattutto all’intollerabile sequela di scandali che hanno travolto amministrazioni e istituzioni di ogni genere”.

Ritornando alle indicazioni disattese della Legge 138/2011, la cosiddetta Manovra di Ferragosto, era stato deciso che bisognava dare il via alla riduzione delle poltrone di consiglieri e assessori regionali, e che tale processo si sarebbe dovuto completare entro febbraio 2012; la realtà dei fatti invece è quella di un ritardo nell’attuazione delle direttive in oggetto, per cui in molti casi i tagli previsti sono stati abilmente aggirati nella sostanza attraverso acrobazie burocratiche e interpretative capaci di evitare (o quantomeno di ritardare) l’adeguamento ai nuovi parametri imposti dalla legge. E così, al tirar delle somme, risulta che siano solo 4 le regioni virtuose, ossia in linea con i nuovi parametri: Emilia Romagna, Toscana, Veneto e Lombardia, mentre va chiarito che le regioni a statuto speciale non hanno l’obbligo di sottostare ai vincoli in esame, così come stabilito dalla Corte Costituzionale. 
 
“Le vicende che quotidianamente popolano giornali e televisione non sono certo edificanti per il nostro Paese  -è il pensiero del Presidente Epas- e la gente è stanca di assistere a rinvii continui quando si tratta di contenere i costi della Pubblica Amministrazione o di ridurre privilegi che non hanno ragion d’essere. Speriamo che le Amministrazioni, a tutti i livelli, si armino di buon senso –conclude Denis Nesci- e provvedano in tempi rapidi a mettersi in regola con ciò che è stato stabilito per legge”.
 
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