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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 13/11/2012

ESODATI: FINE DI UN INCUBO?
“Quelli che stiamo vivendo sono giorni molto importanti per lavoratori e pensionati -dice il Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci- che tengono col fiato sospeso milioni di cittadini in tutto il Paese. Proprio per questo speriamo che vengano presi i provvedimenti idonei affinché i diritti di queste categorie di persone trovino finalmente quella tutela che per troppo tempo è stata trascurata o rimandata. Dopo ieri, possiamo finalmente guardare con maggior fiducia alla questione esodati –aggiunge il Presidente Epas- ma è chiaro che ora più che mai ci aspettiamo la traduzione in tempi brevi della proposta in fatto concreto”.

La telenovela infinita dei lavoratori “esodati”, rimasti cioè in una sorta di terra di nessuno sospesa tra stipendio e pensione, ha vissuto ieri un capitolo importante che, si spera, potrebbe aver impresso una svolta decisiva all’intera vicenda; la quantificazione dei fabbisogni previsti a partire dal 2013 fino al 2020 è infatti alla base del tentativo fatto al fine di garantire il pensionamento, coi requisiti precedenti alla discussa riforma Fornero, agli ex lavoratori inizialmente esclusi dal gruppo dei “salvaguardati”, vale a dire dei 120mila lavoratori individuati con i decreti ministeriali di giugno e ottobre. 

Il piano che ha preso vita dal confronto fra Governo, Parlamento e Ragioneria dello Stato è dunque teso alla risoluzione di una delle questioni più spinose dell’ultimo periodo, soprattutto in ambito previdenziale. La possibilità che stavolta si giunga davvero ad un risultato concreto è resa più solida dalla creazione di una clausola di sicurezza pronta a scattare nel 2014, qualora le risorse individuate si rivelassero insufficienti: tale clausola prevede il blocco delle indicizzazioni delle pensioni sei volte superiori al minimo Inps (e quindi pari a 3mila euro) nel caso in cui il monitoraggio effettuato dal Ministero del Lavoro evidenziasse appunto la necessità di reperire altri fondi. È importante ribadire che la tutela scatta per chi maturerà i requisiti pensionistici entro il 31 dicembre 2014, e che riguarderà anche chi ha cessato il proprio rapporto di lavoro entro il 30 settembre scorso.
 
“Come rappresentante di un ente di patronato –afferma Denis Nesci- sono testimone delle innumerevoli peripezie che tantissimi lavoratori hanno dovuto loro malgrado affrontare negli ultimi anni, perché alle prese con un autentica rivoluzione che ha finito per mettere in dubbio addirittura il loro diritto alla pensione, lasciandoli in balia di leggi incomplete e provvedimenti lacunosi. Ciò che più conta, adesso, è che il periodo di confusione totale venga definitivamente accantonato –prosegue il Presidente Nazionale del Patronato Epas- e che ogni cittadino possa di nuovo beneficiare della giusta ricompensa dopo una vita fatta di lavoro e sacrifici. L’Epas, come sempre, è a disposizione di tutti per fornire la necessaria assistenza e dare tutte le informazioni riconducibili all’universo previdenziale”.
 
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