Ente di Patronato e di Assistenza Sociale
Via Giovanni Giolitti, 212/C - 00185 Roma
Tel. 06.4818918 - Fax 06.48976812 - [email protected]
Numero Verde 800 029661

 I Vostri diritti sono i Nostri doveri!

»Home »News
»Chi siamo »link utili
»Attività »Cookie Policy
»Privacy Notice
WISTLEBLOWING Amministrazione Trasparente
domenica 5 maggio 2024    Italiano Francese English Spagnolo Tedesco
x-CHIUDI
Indietro  Stampa  Stampa PDF    A | A | A |
Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 22/11/2012

RAPPORTO TRA REDDITO E SPESE SOSTENUTE: ECCO REDDITOMETRO E REDDITEST
La lotta senza quartiere agli evasori fiscali, si sa, è da tempo una delle priorità in agenda per l’Esecutivo, convinto di poter recuperare somme importanti stanando i troppi furbi che girano ancora impunemente per l’Italia, danneggiando in maniera pesante le casse dello Stato e, di riflesso, l’intero sistema economico, a partire dalle imprese e passando inevitabilmente sulla pelle (e le tasche) dei contribuenti “tout court”. Ma oltre ai controlli a tappeto effettuati dagli enti di competenza, si punta spesso sul fattore psicologico, invitando alla collaborazione e alla presa di coscienza famiglie e cittadini, chiamati a fare i resoconti del caso nel modo più onesto e trasparente possibile.

Partendo proprio da questo modo di inquadrare la questione, l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a presentare due strumenti relativamente nuovi, il cosiddetto redditometro, ossia il nuovo accertamento sintetico, e il Redditest, vale a dire il programma informatico che può essere utilizzato direttamente dai cittadini per verificare autonomamente la propria posizione contributiva. In particolare, il secondo tra gli strumenti menzionati avrà la funzione di chiarire ad ogni cittadino la propria situazione, fugando eventuali dubbi sulla correttezza delle dichiarazioni reddituali. In particolare, il Redditest individua 7 macro-categorie di spesa, cioè abitazione, istruzione, tempo libero e cura della persona, mezzi di trasporto, assicurazione e contributi, investimenti immobiliari e mobiliari netti, spese varie; in esso hanno rilevanza elementi quali gli acquisti effettuati, la composizione del nucleo familiare, i risparmi, gli incrementi patrimoniali, le spese sostenute da tutti i componenti della famiglia e l’area geografica di residenza. La parola d’ordine per capire se è tutto sotto controllo o se c’è spazio per possibili preoccupazioni è “coerenza”: qualora le spese siano coerenti col reddito famigliare inserito, scatterà una tranquillizzante luce verde, luce che sarà invece rossa nel caso di spese incoerenti col reddito segnalato. Per coloro che volessero misurarsi con tale strumento (ricordando che non è obbligatorio) è possibile scaricare il programma apposito sul sito www.agenziaentrate.gov.it .

Il redditometro avrà invece una valenza diversa, fungendo da strumento antievasione sicuramente più affidabile, innanzitutto perché le spese analizzate (quelle a partire dal 2009) verranno esaminate non in modo presuntivo ma a partire da elementi certi, da voci relative a informazioni disponibili nell’anagrafe tributaria a cui verranno affiancate rilevazioni statistiche ricavate dalle indagini Istat sui consumi. Il redditometro verrà usato a partire dal gennaio 2013, anche se con molta parsimonia e solo per le differenze eclatanti, e non ha come scopo quello di misurare la ricchezza o le spese superflue, bensì i comportamenti di spesa. La legge prevede che l’allarme sull’incoerenza scatti solo se “l’incoerenza” nata dalla differenza tra spese effettuate e redditi dichiarati sia almeno del 20%, e le eventuali convocazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate riguarderanno solo quei contribuenti con scostamenti superiori a quella percentuale. Da una prima simulazione effettuata sulla platea delle famiglie italiane, è emerso come circa il 20% di esse (ossia 4,3 milioni di nuclei familiari) abbia un profilo incoerente tra reddito e spesa.

“Procedere con grande fermezza nel combattere l’evasione fiscale è un’operazione fondamentale se si vuole risanare l’economia nazionale, non solo da un punto di vista meramente contabile -afferma il Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci- ma anche nell’ottica più lungimirante di un’abitudine alla legalità per tutti i cittadini. Reputiamo sicuramente interessante l’idea di spingere alla collaborazione i contribuenti, invitandoli a verificare autonomamente la loro situazione reddituale e il rapporto tra questa e le spese sostenute -continua Nesci- e speriamo che si riescano a trovare soluzioni efficaci per ridurre al minimo i casi di evasione e per far sì che si diffonda in tutti la cultura del rispetto delle regole”.
 
Ascolta Ascolta questo testo: (voce maschile) | (voce femminile)
ATTENZIONE! Essendo una versione beta, questo lettore
potrebbe non funzionare correttamente con alcune news


FNA Il Patronato EPAS è un servizio della FNA - Federazione Nazionale Agricoltura