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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 26/11/2012

QUALITÀ DELLA VITA, ECCO LA SITUAZIONE NELLE DIVERSE PROVINCE
Qual è la città italiana in cui si vive meglio? Quali sono i parametri da tenere in considerazione? A queste e ad altre domande dello stesso tenore ha provato a rispondere il “Sole 24 Ore” nella consueta ricerca che, da ormai 23 anni, provvede a stilare una classifica relativa alla qualità della vita nelle diverse Province del nostro Paese. Come sempre, anche questa volta sono emersi dati molti interessanti che, in un modo o nell’altro, illustrano differenze sostanziali fra le diverse realtà territoriali e dovrebbero far riflettere su determinati aspetti.

Il primo dato che balza agli occhi in ogni competizione è capire chi ha vinto e chi ha perso, e in questa speciale graduatoria il primo posto spetta a Bolzano, mentre fanalino di coda è Taranto. Anche quest’anno, dunque, vince una città del nord (l’anno scorso toccò a Bologna), e anche quest’anno è ultima una provincia del sud (nel 2011 in fondo alla classifica c’era un’altra città pugliese, Foggia). Non è un caso, ovviamente, soprattutto se si considera che sono agli ultimi posti della graduatoria altre città meridionali, come Napoli, Caltanissetta, Brindisi e Trapani, mentre dietro a Bolzano troviamo Siena e Trento, e nei primissimi posti anche Rimini, Trieste, Parma, Belluno, Ravenna e Aosta.

“I dati emersi dalla ricerca sulla qualità della vita nelle città italiane illustrano ancora una volta il persistere di preoccupanti differenze fra diverse zone del nostro Paese –è l’analisi di Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- per cui è sempre più stringente la necessità che vengano presi provvedimenti importanti per far sì che il Meridione possa essere messo nelle condizioni di crescere; solo così –continua il Presidente Epas- si potrà davvero avviare la ripresa economica in Italia, perché soltanto con un Paese coeso e capace di mantenere un ritmo costante di crescita su tutto il territorio nazionale sarà possibile lasciarsi la recessione alle spalle e ritrovare maggiore serenità ad ogni livello”.
 
La ricerca in questione si basa su sei settori e, a sua volta, ogni settore tiene conto di sei indicatori che danno luogo a sei graduatorie parziali e poi a quella finale; le categorie prese in esame abbracciano diverse voci, ossia tenore di vita, affari/lavoro, popolazione, servizi/ambienti, ordine pubblico, tempo libero. Partendo da questi riferimenti emerge che le città centro-settentrionali traggono grossi vantaggi dall’efficienza del proprio sistema imprenditoriale e lavorativo, oltre che dalle infrastrutture più funzionali e da reti sociali migliori che nelle altre zone della Penisola, oltre che da una buona posizione per quel che concerne la voce “Ordine pubblico” (nella quale primeggia Oristano e annaspano invece le due maggiori realtà metropolitane, Roma e Milano). Di particolare interesse il primato di Piacenza nella categoria “Popolazione”, soprattutto se si considera l’apporto per nulla trascurabile di immigrati regolari, apporto che rappresenta un fattore positivo in sé e che, inoltre, permette di avere una popolazione più giovane. 
 
Soffermandoci ad analizzare le diverse categorie, notiamo come Rimini continui a dominare il settore “Tempo libero”, Bologna si consoli della perdita del primato nella classifica generale registrandolo invece in “Ambiente e servizi” e Cuneo sia in testa nel capitolo “Affari/lavoro”. Milano è la regina del benessere economico e fa registrare miglioramenti sensibili nella graduatoria finale, così come Roma: le due città si piazzano infatti rispettivamente al 17° e al 21° posto finale. 
 
“Al di là di quanto emerso dalla ricerca sulla qualità della vita nelle province italiane –afferma Denis Nesci- e che comunque deve fornire un invito alla riflessione, non bisogna dimenticare che la crisi ha fortemente penalizzato tutte le città e che, con ogni probabilità, il prossimo anno i risultati ottenuti risentiranno ulteriormente delle difficoltà che sono oggi sotto gli occhi di tutti. Pertanto –prosegue il Presidente Epas- mi auguro che presto possano venire appianate le profonde distanze esistenti fra le varie zone del nostro Paese, perché soltanto col contributo di tutte le realtà presenti sul territorio nazionale si potranno raggiungere quei risultati indispensabili per garantire un livello di benessere accettabile ad ogni cittadino”.
 
 
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