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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 30/11/2012

ECONOMIA: POSSIBILE RIPRESA DA GIUGNO 2013
Il 2012 volge al termine e l’attività politica continua incessante, fra dibattiti, riorganizzazione dei principali Partiti, preparativi per le elezioni, ma anche attraverso provvedimenti da valutare, concretizzare o rimandare, con diversi fronti ancora aperti e decisioni molto importanti da prendere. Ma se il breve periodo sembra ancora assorbire totalmente l’attenzione di politici, istituzioni, media e cittadini, è inevitabile provare a capire cosa succederà dopo, anche perché dopo più di un anno di Governo Tecnico caratterizzato da rivoluzioni epocali in ambito sociale, economico e previdenziale, è naturale tirare le somme e fare i primi bilanci.

La situazione attuale appare ancora assai intricata, con molti nodi da sciogliere e nuovi interrogativi che si affacciano aggiungendo ulteriori preoccupazioni; ciononostante, le voci di una possibile ripresa nel corso del 2013 per i Paesi dell’Eurozona (anche se timida e solo a partire dal secondo semestre) cominciano a fare capolino nei discorsi di diverse autorevoli personalità, a partire dal Presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, il quale non ha comunque incoraggiato facili illusioni e ha ribadito che la crisi non è ancora stata messa alle spalle, e che le chiave per la crescita sarà la competitività.

 
“Le affermazioni del Presidente Draghi, unite a quelle provenienti da diversi esperti e addetti ai lavori, rappresentano un segnale di ottimismo per il futuro, cioè una cosa –dice Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- di cui c’è grandissimo bisogno. Ora, lungi dal voler abbandonarsi a facili e inopportuni entusiasmi, è necessario ad ogni modo –prosegue Nesci- valutare con attenzione i segnali positivi e imparare dagli errori del passato per ritrovare quella serenità e quel benessere che, ormai da qualche anno, sono stati rimessi in discussione”.
 
A frenare gli entusiasmi, inoltre, è arrivato il rapporto dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, che ha rivisto al ribasso le stime del Pil nostrano, affermando che per l’Italia potrebbe rendersi necessaria una nuova manovra nel 2014. Fattori quali gli sforzi di politica economica, la perdita di fiducia di imprese e famiglie e le difficoltà per l’accesso al credito, difatti, hanno influenzato negativamente il Prodotto interno lordo del Paese, nonostante la stessa Organizzazione Internazionale sottolinei come, nel nostro Paese, siano ben avviate le riforme strutturali per il ritorno alla crescita e il risanamento dei conti pubblici. Ma le previsioni dell’OCSE circa la necessità di una nuova manovra nel 2014 non trovano d’accordo il Ministro dell’Economia Grilli, secondo il quale tale necessità, al momento, pare non esserci.
 
“L’analisi dell’OCSE va letta come l’ennesimo invito alla prudenza, poiché c’è tanta strada ancora da percorrere e perché purtroppo –sono le parole del Presidente Epas- non si possono escludere con assoluta certezza ulteriori interventi correttivi. Detto ciò, comunque, finalmente si intravedono sprazzi di luce –conclude Nesci- e speriamo davvero che nel 2013 possa iniziare quella ripresa economica che, finalmente, non pare più un traguardo irraggiungibile”.
 
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