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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 05/12/2012

SETTORE COSTRUZIONI: IN FUMO 360MILA POSTI E PROIEZIONI NEGATIVE ANCHE PER IL 2013
Una delle parole più temute e odiate dagli italiani negli ultimi tempi è senza ombra di dubbio IMU, acronimo di Imposta Municipale Unica. Ma oltre ad essere diventata un autentico spauracchio per i cittadini, costretti a pagare un costo elevatissimo, l’IMU è anche una delle cause che concorrono alla profonda crisi dell’edilizia nel nostro Paese.

Il settore delle costruzioni, infatti, vive un momento di grandissima difficoltà, come emerge anche dall’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni, presentato dall’Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili. I numeri in tal senso sono impietosi, e illustrano con amara precisione un quadro davvero preoccupante che, senza una decisa inversione di tendenza, rischia di inghiottire in una voragine un comparto di importanza vitale per il Paese. Certo, anche la crisi economica ha giocato un ruolo fondamentale in tutto ciò, ma non tutti gli Stati coinvolti nella recessione si trovano oggi nelle medesime condizioni di difficoltà dell’Italia per quanto riguarda il settore in questione.

I dati relativi al 2012 rappresentano una cartina tornasole di cui non si può non tener conto nel valutare la realtà in atto: nell’anno che volge al termine, infatti, risultano essere svaniti circa 360mila posti di lavoro,  che diventando 550mila se si considerano i comparti collegati al settore delle costruzioni. Una vera ecatombe, legata a fattori quali il carico fiscale, la stretta al credito e una serie di altre cause (tra cui, appunto, l’effetto IMU) che di fatto hanno paralizzato il settore. 
 
“La situazione dell’industria edile in Italia si può definire drammatica per molti aspetti –è il pensiero di Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- come si evince da numerosi segnali. Occorre sicuramente intervenire con politiche e provvedimenti adeguati, vista l’importanza strategica che il settore delle costruzioni ha nel sistema economico italiano, nonché nel nostro universo occupazionale”.
 
Il 2012 fa registrare anche un vistoso calo degli investimenti nel settore (-7,6%), accompagnato da autentici crolli alle voci “compravendite immobiliari” (-23,9%) e “mutui erogati” (-47,9% nel primo semestre); la cosa che desta maggiori preoccupazioni è però il dato relativo alle proiezioni del 2013, anno in cui dovrebbe registrarsi un nuovo trend negativo, pari al 3,8%, riguardo gli investimenti nel settore. Altri Paesi Europei, pur dovendo fare i conti con la crisi, sono riusciti a mettere in atto misure come i sussidi diretti per manutenzione e riqualificazione energetica degli edifici, i finanziamenti agevolati concessi dalle banche o gli incentivi per gli investitori che costruiscono, e oggi possono pensare al settore dell’edilizia nel 2013 con  maggiore fiducia, considerando che le proiezioni parlano di una crescita per Germania (2%), Regno Unito (2,6%) e Francia (0,1%). 
 
“Se si pensa alla situazione in altri Paesi Europei si capisce come l’incidenza della crisi possa essere ammortizzata con misure adeguate –afferma il Presidente Epas- per cui bisogna avere il coraggio e la lucidità di incentivare investimenti e consumi, attenuando un carico fiscale che sta davvero diventando insostenibile per la stragrande maggioranza dei cittadini: solo così –conclude Denis Nesci- potrà ripartire un settore nevralgico per il Paese, ad oggi in estrema difficoltà”.
 
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