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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 07/01/2013

SPERANZE DI VITA, DAL 2013 ALTRI 3 MESI DI ATTESA PER LE PENSIONI
Il percorso normativo che ha cambiato il volto della previdenza italiana negli ultimi anni entra ancora più nel vivo con l’inizio del 2013, considerando che proprio dal 1 gennaio scorso è scattato un ulteriore allungamento dei tempi di attesa per la maturazione del requisito pensionistico, a causa dall’incremento delle aspettative di vita. 

“Il cammino delle riforme pensionistiche prosegue con rigore e severità –sono le parole del Presidente Nazionale Epas, Denis Nesci- e il nuovo anno rappresenta una nuova tappa in tal senso, con pensionati e lavoratori alle prese con misure sempre più restrittive e indubbiamente penalizzanti. Ad ogni modo –aggiunge il Presidente dell’Ente di Patronato e Assistenza Sociale- la speranza è che gli enormi sacrifici richiesti ai cittadini possano condurre al tanto agognato risanamento dei conti pubblici e, di conseguenza, alla creazione di quelle prerogative necessarie alla ripresa economica ed occupazionale del Paese”.

Analizzando nel dettaglio la situazione attuale, si può notare come dal 1 gennaio 2013 i requisiti previsti per la pensione di vecchiaia siano aumentati di 3 mesi praticamente per tutti i lavoratori. Nello specifico, le dipendenti del settore privato matureranno il diritto al pensionamento a 62 anni e 3 mesi di età anagrafica per tutto il 2013, mentre dal 1 gennaio 2014 al 31 dicembre 2015 serviranno 63 anni e 9 mesi; per tutto il 2013 le lavoratrici autonome potranno accedere al pensionamento con un’età anagrafica di 63 anni e 9 mesi, mentre nel 2104 e nel 2015 occorreranno 64 anni e 9 mesi; riguardo invece lavoratori e lavoratrici dipendenti del settore pubblico, lavoratori dipendenti del settore privato, lavoratori autonomi e iscritti alla gestione separata, l’età pensionabile è pari a 66 anni e 3 mesi dal 1 gennaio al 31 dicembre 2013.
 
L’aumento dell’età pensionabile scaturito dall’innalzamento delle speranze di vita si riflette anchesulla pensione anticipata, nuova voce del panorama previdenziale italiano che ha preso il posto della pensione di anzianità. Per maturare il diritto alla pensione anticipata nel 2013 gli uomini dovranno poter vantare 42 anni e 5 mesi di contribuzione, mentre le donne 41 anni e 5 mesi; nei due anni successivi (quindi fino al 31 dicembre 2015) il requisito aumenterà di un mese sia per i lavoratori che per le lavoratrici. Se l’età del lavoratore che va in pensione anticipata è inferiore ai 62 anni è prevista l’applicazione di particolari riduzioni dell’assegno pensionistico.
 
“Le numerose novità introdotte negli ultimi anni –dice Denis Nesci- vivono una nuova stagione nel 2013, proseguendo lungo il solco tracciato dalle riforme precedenti. Da parte nostra, invitiamo tutti i lavoratori e i pensionati a rivolgersi a noi per usufruire della necessaria assistenza per tutte le informazioni del caso –aggiunge il Presidente Nazionale del Patronato Epas- e per il riconoscimento e la tutela dei diritti spettanti loro in ambito previdenziale”.
 
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