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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 11/01/2013

NELL'AGENDA EUROPEA SPAZIO A SALARI LEGALI MINIMI E LOTTA ALLA DISOCCUPAZIONE
Che la disoccupazione sia un’autentica piaga sociale è cosa tristemente nota e risaputa da tempo, come testimoniano le ricerche e le statistiche condotte a livello europeo da tantissimi mesi; nonostante questo però, le parole del presidente dell’Eurogruppo e Primo Ministro del Lussemburgo, Jean-Claude Juncker, non passano inosservate, aprendo orizzonti diversi al futuro dell’Eurozona e invitando a nuove riflessioni.

 
In particolare, Juncker pone l’accento sull’emergenza lavoro usando termini forti, parlando dell’alto livello di disoccupazione europea come di un’enorme tragedia, aggiungendo peraltro che tale emergenza è tuttora sottovalutata; inoltre, nelle sue parole si legge una sorta di mea culpa nemmeno troppo velato, considerando che egli ricorda la promessa di un miglioramento degli squilibri sociali come vantaggio dell’introduzione della moneta unica, promessa purtroppo non mantenuta con l’avvento dell’Euro. Ma le considerazioni del presidente dell’Eurogruppo che hanno dato vita alle principali discussioni sui media di oggi sono quelle che riguardano la proposta di introdurre un salario minimo legale per tutta l’area euro. 
 
“Le parole pronunciate da una delle maggiori personalità in ambito europeo –dice il Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci- riflettono esigenze reali avvertite ad ogni livello nei Paesi UE. L’impegno di tutti i Paesi per il 2013 deve essere necessariamente improntato alla ripresa occupazionale e per raggiungere risultati significativi –continua Nesci- occorre impegno e coraggio da parte dei governanti dei diversi Stati”.
 
Le affermazioni di Juncker, quindi, fanno capire come sia importante incrementare il livello di occupazione ma non solo: chi lavora, secondo il pensiero del premier lussemburghese, non può percepire un salario troppo basso e da qui nasce l’esigenza di stabilire dei parametri retributivi minimi validi per tutta l’area euro. Inoltre, Juncker sostiene che non corrisponde a verità il pensiero che i Paesi del Nord Europa siano più virtuosi rispetto a quelli del Sud, e che sia più che mai necessario stabilire un cammino fatto di obiettivi e misure comuni per tutta l’area Euro.
 
“Le difficoltà attuali sono innegabili –sostiene Denis Nesci- ma sarà possibile ripartire se i diversi Paesi sapranno mettere in atto una collaborazione reale scegliendo provvedimenti davvero efficaci e che abbiano come scopo quello di migliorare la vita dei cittadini europei”. 
 
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