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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 22/01/2013

GLI STUDENTI ALL'ESTERO RECLAMANO IL DIRITTO DI VOTARE
In vista delle prossime elezioni, che avranno luogo il 24 e 25 febbraio, è scoppiato un autentico caso legato alla possibilità che ogni cittadino sia messo nelle condizioni di esprimere la propria preferenza per uno dei candidati: si tratta della questione legata agli studenti Erasmus, ossia quei giovani italiani impegnati in progetti studio all’Estero. Ricordiamo che il progetto, nato nel 1987 per volontà dell’Unione Europea, consente agli studenti che hanno voglia di misurarsi con questo tipo di esperienza di effettuare un periodo del proprio percorso universitario presso un’università straniera.

 
“Il voto è un diritto fondamentale e, allo stesso tempo, un dovere di grandissima importanza –sostiene Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- per cui ci auguriamo che le istituzioni trovino il modo di superare gli ostacoli burocratici e normativi attualmente esistenti per consentire anche agli studenti impegnati all’Estero di prendere parte attivamente alla vita politica del Paese”.
 
Il caso nasce dal fatto che allo stato attuale delle cose il diritto-dovere di votare non potrà essere esercitato da tanti cittadini italiani (oltre 25 mila), a causa di norme di certo non all’avanguardia, e diventa materia di ampi dibattiti anche a seguito delle considerazioni espresse da Bruxelles, nelle quali si sottolinea come “La partecipazione democratica è un diritto fondamentale dell’Unione Europea e tutti i cittadini hanno il diritto di votare alle elezioni locali ed europee”, ricordando però che la competenza affinché tale diritto venga salvaguardato è totalmente degli Stati membri. Come a dire che il principio generale sancito dall’Europa deve trovare applicazione attraverso le iniziative di cui ogni singolo Stato è responsabile. A queste parole si sono aggiunte quelle del Commissario UE per l’insegnamento, la cipriota Androulla Vassiliou, la quale ha dichiarato che “L’Unione Europea sostiene gli sforzi in corso in Italia per assicurare che gli studenti impegnati nei corsi Erasmus all’estero non siano discriminati nell’esercizio del voto”.
La situazione definita discriminatoria anche dagli interessati ha come aggravante il fatto che in altri Paesi europei tale problema non esiste: in Spagna una disposizione legislativa ad hoc del 2007 consente agli studenti in Erasmus di votare per posta, gli Erasmus tedeschi possono votare per corrispondenza e quelli Francesi sia per corrispondenza che per procura.
 
Le pressioni politiche in questi ultimi giorni sono sempre più insistenti, e si sta lavorando per giungere ad una soluzione che sia condivisa ed efficace, senza però che possa lambire i confini dell’incostituzionalità. Si tratta di una situazione per certi versi paradossale, soprattutto se si considera l’articolo 48 della nostra Costituzione, oltre che gli inviti continui fatti ai cittadini riguardo gli effetti nefasti della mancata partecipazione alla vita politica, di cui l’astensionismo è sicuramente il sintomo più preoccupante.
 
“Condividiamo gli appelli alla partecipazione attiva dei cittadini e alla lotta all’astensionismo –dice ancora il Presidente Epas- ma questi inviti rischiano di restare parole vuote se non accompagnate da provvedimenti adeguati. Riuscire a garantire a tanti giovani fuori dall’Italia per motivi di studio la possibilità di esercitare un diritto fondamentale e di compiere un dovere di primaria importanza –aggiunge Denis Nesci- sarebbe un segnale importante da parte delle istituzioni, che hanno il dovere di dimostrarsi attente alle esigenze dei cittadini”
 
Nella frenetica attività politica di questi ultimi giorni, quindi, un posto di rilievo spetta proprio alla questione “studenti Erasmus”, con il Ministro degli Esteri Giulio terzi che ha dichiarato “La Farnesina si tiene in stretto coordinamento con il Viminale per valutare ogni possibile intervento. Qualsiasi soluzione dovrà naturalmente tener conto dell’esigenza di assicurare parità di trattamento tra tutte le categorie di temporanei egualmente interessate”. Per venire a capo del problema, in sostanza, si sta pensando di estendere agli studenti la formula adottata per far votare i militari in missione all’estero, oppure di consentire ai giovani in Erasmus di votare per corrispondenza, soluzione attualmente utilizzabile solo dagli appartenenti alle forze armate impegnati nello svolgimento di missioni internazionali, dai dipendenti di amministrazioni pubbliche temporaneamente all’estero per motivi di servizio e dei professori e ricercatori universitari.
 
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