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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 24/01/2013

ITALIANI, SU FUTURO E PENSIONE DOMINA IL PESSIMISMO
“Che gli italiani non guardino al futuro con grande ottimismo relativamente ad argomenti come lavoro e pensione è più che comprensibile –sostiene il Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci- perché ogni previsione è per forza di cose influenzata dal giudizio del momento attuale. Sono sicuro però che, se davvero la ripresa annunciata per la seconda metà del 2013 dovesse diventare realtà, la visione del domani –aggiunge Nesci- lascerà spazio ad un maggiore ottimismo”.

 
Una ricerca condotta da Censis-Covip ha evidenziato risultati abbastanza emblematici circa il livello di fiducia in un futuro di maggiore benessere che abita l’animo degli italiani in questo periodo: pensione sempre più lontana, assegni pensionistici dalla consistenza sempre più scarna, convinzione di dover fare i conti con un futuro caratterizzato da seri disagi economici e consapevolezza di esser obbligati a trovare soluzioni diverse e alternative alla pensione per poter tirare avanti una volta terminata la propria vita lavorativa. Tutto questo è, in estrema sintesi, ciò che i cittadini immaginano in prospettiva per se stessi, sicuri che il Paese non potrà offrire soluzioni diverse alle generazioni di oggi e di domani.
 
Andando più nello specifico e analizzando alcuni dati, si scopre che il 24,7% dei lavoratori italiani teme di dover aspettare la veneranda età di 70 anni per poter accedere al beneficio pensionistico; ma a far paura, come detto, non è solo il momento della pensione, ma anche e soprattutto la consistenza dell’assegno che sarà erogato. In particolare, i lavoratori under 35 reputano concreto il rischio di doversi accontentare di una pensione di poco superiore o addirittura inferiore al 50% del reddito attualmente percepito, e il 39% dei lavoratori si dice preoccupato dal rischio di trascorrere la vecchiaia in ristrettezze economiche, tanto da reputare quasi necessario il ricorso ad altre forme di risparmio da integrare alla pensione.
 
“La situazione attuale –aggiunge Nesci- non lascia molto spazio all’idea di un futuro tranquillo e sereno per i cittadini: la disoccupazione è ancora un problema troppo diffuso per immaginare che la gente lo ritenga gestibile, e chi invece lavora è quotidianamente alle prese con notizie e previsioni preoccupanti riguardo al mondo della previdenza e in riferimento alla futura pensione. La speranza –conclude il Presidente Epas- è che il mondo imprenditoriale e le istituzioni sappiano trovare le giuste misure per restituite credibilità e fiducia al sistema economico nazionale”. 
 
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