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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 31/01/2013

ITALIA, PATRIMONIO CULTURALE COME TRAINO PER LA CRESCITA
Sebbene la crisi economica abbia una dimensione globale e sia quindi diffusa in tutti i Paesi dell’area Euro ma, più in generale, nell’intero mondo occidentale, accanto a soluzioni condivise e comunitarie esistono anche potenziali misure che ogni singolo Stato dovrebbe valutare e mettere in atto autonomamente, sfruttando quelle peculiarità che da sempre lo caratterizzano. Che si tratti di un singolo comparto produttivo, di una voce specifica del bilancio, di particolari eccellenze riconosciute in tutto il mondo, ogni Paese può vantare qualcosa di unico su cui far leva per abbandonare la recessione e avviare la ripresa, operazione che nel mondo globalizzato di oggi avrebbe indubbi influssi benefici sulle altre economie.

 
Concentrando l’attenzione sull’analisi dei possibili punti forti delle varie realtà nazionali e restringendo il campo di osservazione entro i confini italiani, è cosa risaputa che il patrimonio artistico nostrano sia indubbiamente una realtà che non ha eguali al mondo; ma, purtroppo, è altrettanto risaputo che questo ineguagliabile patrimonio non è adeguatamente valorizzato, nonostante anche la Costituzione, all’Articolo 9, sottolinei la necessità di farlo affermando che “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
 
“La grande ricchezza dell’Italia è sicuramente rappresentata dalle sue bellezze artistiche e naturali –dice il Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci- per cui sarebbe davvero un peccato non sfruttare adeguatamente le grandi possibilità offerte da queste realtà. L’augurio è che il Belpaese, finalmente, sappia cogliere queste grandi opportunità –aggiunge Nesci- attraverso una reale ed efficace promozione del territorio e attraverso la rivalutazione degli innumerevoli siti di grande valore presenti su tutto il territorio nazionale”.
 
Relativamente all’argomento in questione, il Fondo Ambiente Italiano ha promosso le “Primarie della Cultura”, un appello online rivolto agli italiani affinché indicassero le priorità della prossima agenda di Governo in tema di difesa dei beni culturali. Centomila persone hanno espresso la propria opinione, e dal sondaggio è emerso come tema principale la necessità che il futuro Governo riservi fondi pubblici più consistenti alla cultura, considerando che ad oggi gli stanziamenti sono pari allo 0,19%, una miseria se rapportati all'1%’della Francia o all’1,20% dell’Inghilterra. Altre priorità emerse sono la protezione del suolo, la sicurezza del territorio, la promozione dell’agricoltura e il diritto allo studio. 
 
Sul tema della necessità di puntare sulla cultura si è espresso anche il Ministro della Coesione Territoriale, Francesco Barca, che si è riferito in particolare al piano per i beni culturali del Meridione dicendo che una parte importante dello sviluppo del Sud sta nella valorizzazione del patrimonio culturale. Il piano prevede la riqualificazione del sito di Pompei e altri progetti finanziati in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.
 
 
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