“Prevenire è meglio che curare”, recitava un vecchio spot televisivo. La frase in questione, però, dovrebbe essere estrapolata dal contesto pubblicitario e applicata alla quotidianità di tutti noi, poiché proprio adottando questo motto sarebbe possibile limitare di parecchio tantissimi problemi di salute e contribuire in maniera molto considerevole al miglioramento dei conti pubblici, attraverso una sostanziale riduzione della spesa.
“Da sempre reputiamo che la prevenzione sia una fase decisiva della tutela della salute –afferma Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- ma purtroppo ci rendiamo conto del fatto che tale fondamentale operazione non venga ancora presa nella dovuta considerazione. Moltissime patologie, spesso anche letali, dovrebbero essere affrontata in maniera diversa, soprattutto attraverso una forte campagna di sensibilizzazione riguardo all’importanza della prevenzione –aggiunge Nesci- che sappia indicare alla popolazione alcune semplici regole da seguire”.
Il discorso della prevenzione, nel nostro Paese, non pare avere in effetti molto appeal: è quanto emerge dal rapporto Healt at a Glance: Europe 2012 (Uno Sguardo alla Sanità), promosso da Ocse e UE. Secondo la graduatoria stilata in occasione di questo sondaggio, infatti, l’Italia è all’ultimo posto tra i Paesi Europei, insieme a Cipro, relativamente ai fondi destinati alla prevenzione: il nostro Paese infatti destina solo lo 0,5% della spesa sanitaria a questo particolare aspetto, contro una media europea del 2,9%.
L’insorgere della crisi e i tagli che non hanno risparmiato neppure una categoria tanto delicata come la sanità, non fungono certo da aiuto per gli investimenti nella prevenzione; queste difficoltà oggettive, comunque, non bastano da sole a giustificare la scarsa quantità di informazioni fornite, e che sarebbe essenziale invece diffondere con ben altra frequenza, riguardo i corretti di stili di vita da tenere per limitare conseguenze come danni cardiovascolari e polmonari, ipertensione, o l’insorgere di malattie come diabete e cancro. Molto spesso, infatti, diventano nocivi i comportamenti assunti nel “branco”, come ad esempio il fumo, il consumo di droghe e alcol, gli eccessi in genere a cui viene sottoposto il fisico, compresi quelli di natura alimentare, nonché uno stile di vita troppo sedentario.
Accanto a questo allarme per i problemi di salute, emerge un altro dato su cui riflettere: gli investimenti corretti in prevenzione, considerando le vaccinazioni, i controlli, l’informazione e tutto ciò che può esser fatto rientrare nella categoria in esame, consentirebbero un risparmio enorme allo Stato, il cui valore sarebbe pari a quello di una finanziaria.
“L’importanza della prevenzione va sicuramente inquadrata come una risorsa preziosissima per la tutela della salute dei cittadini –sostiene Denis Nesci- e, inoltre, consentirebbe all’intera collettività di beneficiare di un risparmio consistente di risorse finanziarie che sarebbe possibile destinare ad altre attività importanti. Alla luce di queste considerazioni –conclude il Presidente del Patronato Epas- ci auguriamo che si provveda in tempi brevi a puntare su un’adeguata campagna d’informazione a beneficio dei cittadini”.
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