“Quella del Sommerso è una delle piaghe più dolorose e più difficili da estirpare per il nostro Paese -dichiara il Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci- e il fenomeno è ancora molto presente e ben radicato in tutta Italia, nonostante gli sforzi profusi per combatterlo. Occorre sicuramente grande rigore da parte delle istituzioni e crediamo che la strada della tolleranza zero -aggiunge Nesci- sia l’unica percorribile se si vuole davvero eliminare una realtà che danneggia in maniera molto grave i cittadini onesti e le casse dello Stato”.
C’è una parte di Italia che resiste meglio al ciclone della crisi economica, almeno secondo i dati di numerosi sondaggi condotti da esperti del nostro Paese: si tratta purtroppo della parte peggiore, di quella zona oscura e malata che costituisce un peso notevole per le già fragili casse pubbliche e che grava in gran parte sui cittadini, sottraendo loro risorse e agevolazioni necessarie e riconosciute per legge. L’Italia del sommerso, statistiche alla mano, dimostra di riuscire a limitare i danni con maggior naturalezza rispetto alla parte buona, pulita e trasparente di un Paese in enorme difficoltà.
Le rilevazioni della Banca d’Italia ci informano di come, a causa del sommerso, il Belpaese abbia perso qualcosa come il 2,1% del prodotto interno lordo nel 2012. Non si tratta quindi di un fenomeno sporadico e poco organizzato, ma di quella che viene definita con grandissima (e giustificata) preoccupazione la prima industria del Paese, che si poggia su attività poco edificanti quali evasione fiscale, criminalità organizzata e truffe ai danni del settore pubblico.
I settori di azione di queste attività sono molteplici, anche se su tutti spiccano, ancora una volta, quelli della contraffazione e dell’edilizia. Secondo i dati della Guardia di Finanza la fabbrica dei falsi continua a farsi strada in Italia, come dimostrano i 105 milioni di prodotti contraffatti o pericolosi sequestrati nel corso del 2012, anche per via della possibilità di aggirare il peso sempre più significativo di imposte e contributi; riguardo l’edilizia, invece, il Cresme (Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l’Edilizia e il territorio) comunica che dal 2007 il numero delle case abusive è diminuito dell’11%, mentre il totale delle case di nuova costruzione, nello stesso periodo, si è praticamente dimezzato.
Accanto a questi segnali preoccupanti, persiste il problema principale, ossia l’evasione fiscale ad ogni livello: le stime relative alle tasse evase parlano di circa 120 miliardi all’anno, mentre la Guardia di Finanza denuncia irregolarità su scontrini e ricevute in un caso su tre. Molto pesante anche l’evasione di alto livello, relativa cioè al traffico di capitali da e per l’Italia che coinvolge multinazionali e grandi operatori. Non è immune da questi circolo perverso neanche il welfare, con più di 3.500 persone scoperte dalla Finanza nel 2012 a “correggere” le attestazioni Isee per poter accedere ad agevolazioni a loro precluse.
“La situazione è drammatica –dice Denis Nesci- e proprio per questo reputiamo indispensabile porre un freno a questa tendenza diffusa nel nostro Paese da tantissimo tempo. I controlli devono quindi essere sistematici per poter stanare chi procura danni consistenti allo Stato e di conseguenza a milioni di persone –conclude il Presidente Epas- e recuperare somme importanti da destinare a chi ne ha veramente diritto”.
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