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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 15/02/2013

NUOVE MISURE A FAVORE DEI NEO-GENITORI
“Il periodo di crisi in cui viviamo oggi –dice il Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci- fa sì che molti genitori si trovino spesso in gravi difficoltà durante i primi mesi di vita del bambino, specialmente nel difficile compito di coniugare le esigenze familiari col lavoro. Partendo da questa considerazione –aggiunge Nesci- salutiamo con favore qualunque iniziativa istituzionale tesa ad andare incontro ai bisogni di queste famiglie e ci auguriamo che altre misure di questo genere vengano presto adottate”.

 
L’idea della divisione dei compiti domestici all’interno della famiglia tra entrambi i genitori continua a diffondersi in maniera sempre più chiara, come emerge anche da recenti provvedimenti normativi proposti e approvati proprio per favorire la ripartizione dei doveri nella coppia: a tal proposito, meritano particolare attenzione alcune novità contenute nella Legge n. 92 del 28 giugno 2012. In particolare, la Gazzetta ufficiale ha pubblicato le disposizioni relative all’astensione dal lavoro dei lavoratori diventati padri dal 1° gennaio 2013; nello specifico, questi lavoratori devono obbligatoriamente astenersi dal lavoro per una giornata e, facoltativamente, per altre due, al fine di dedicare questo tempo sottratto al lavoro alle necessità del neonato.
 
Sarà l’Inps a farsi carico del trattamento economico spettante al padre, e che corrisponde al 100% della sua retribuzione per tutte e tre le giornate previste; sia la giornata obbligatoria che quella facoltativa devono essere utilizzate necessariamente entro il quinto mese di vita del bambino. Per determinare il trattamento economico bisogna prendere come riferimento le disposizioni che disciplinano l’indennità di maternità, per cui i lavoratori che fruiranno di tale misura avranno diritto al 100% della retribuzione media giornaliera integrata dei ratei e delle mensilità aggiuntive. Va inoltre precisato che l’astensione obbligatoria va utilizzata indipendentemente dalla situazione della madre, mentre quella relativa ai due giorni facoltativi deve essere fruita in alternativa alle astensioni della madre, la quale di conseguenza dovrà eventualmente rinunciare a un numero di giorni equivalenti.
 
La normativa prevede un’altra interessante novità sull’argomento: la madre può infatti sostituire, integralmente o parzialmente, il congedo parentale con la fruizione di alcuni servizi a tutela del bambino, dal valore di 300 euro al mese per un massimo di sei mesi ed entro l’undicesimo mese successivo alla fine del congedo di maternità. Optando per il baby sitting, la madre riceverà voucher di 300 euro con cui pagherà le persone che effettueranno il servizio; qualora preferisse invece i servizi resi dalla rete pubblica per l’infanzia o da servizi privati accreditati, sarà l’Inps che pagherà direttamente la struttura che li ha forniti. È bene sottolineare che le risorse finanziarie a disposizione sono limitate: sarà l’Inps a scegliere come ripartire i fondi in base alle domande giunte, sulla base delle indicazioni ricavate dall’ISEE degli interessati.
 
“Speriamo che lo Stato sia in grado, in tempi brevi, di garantire un numero di servizi dello stesso tenore ad una fetta di popolazione sempre più vasta –afferma Denis Nesci- in modo da tutelare le famiglie in cui entrami i genitori hanno la fortuna di lavorare; interventi di questo tipo –aggiunge il Presidente Nazionale del Patronato Epas- hanno una certa rilevanza anche a livello culturale, poiché consentono di favorire riflessioni importanti sulla necessità di far sì che si realizzi dappertutto l’uguaglianza sostanziale dei diritti fra uomini e donne nel mondo del lavoro”.
 
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