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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 19/04/2013

DISOCCUPAZIONE ANCORA IN AUMENTO NEL 2013
“Mentre le istituzioni e la politica continuano a vagare nel buio, senza riuscire ad arrivare a soluzioni condivise per avviare le riforme necessarie e dar vita ai provvedimenti indispensabili per contrastare un crisi che sembra infinita -dice Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- le persone continuano a vivere un momento sempre più difficile, pieno di incertezze e di paure per un presente complicato e per un futuro che, al momento, non invita ad avere fiducia in una prossima ripresa. Speriamo davvero -continua il Presidente Epas- che finalmente la politica si assuma le proprie responsabilità e che ogni sforzo venga indirizzato per un obiettivo comune: migliorare la situazione dei cittadini”.

 
In un momento politico che appare più che mai indecifrabile e confuso, prosegue la sfilza di dati preoccupanti e resoconti negativi relativi al nostro Paese. Tra le cifre che descrivono il dramma della disoccupazione e i numeri che illustrano la realtà di una popolazione sempre più povera, viene fuori un quadro che (nel caso non fosse ancora sufficientemente chiaro) non è più possibile valutare con superficialità, e che purtroppo ha risvolti tragici che denunciano in maniera impietosa come anche la speranza si stia inesorabilmente affievolendo.
 
Una prima stangata alle velleità di ripresa per il nostro Paese già nell’anno in corso arriva dal Fondo monetario internazionale che, nel World Economic Outlook, parla di un ulteriore aumento dei tassi di disoccupazione in Italia per il 2013, con percentuali che saliranno dal 10,6% al 12,0%, per toccare il 12,4% nel 2014. Si tratta di una tendenza pressoché comune a tutti i Paesi europei alla quale, evidentemente, non riuscirà a sottrarsi neanche il nostro.
 
La situazione non appare quindi rosea e riflette in pieno le sensazioni negative espresse direttamente da lavoratori e famiglie; secondo un’indagine di Confcommercio e dell’osservatorio Censis riferita ai primi mesi del 2013, tra gli  italiani esiste una paura generalizzata e concreta di perdere il lavoro. La percentuale di coloro che vivono questo timore è molto alta, quantificabile nel 25%, mentre il 27% dei lavoratori italiani ha paura di incorrere in una riduzione dello stipendio a causa di una recessione che continua, imperterrita, a seminare difficoltà e incertezze. Tra le conseguenze di queste paure e di queste previsioni, tanti italiani stanno continuando a rinviare spese importanti, come ad esempio l’acquisto di un mezzo di locomozione o di un elettrodomestico, o la ristrutturazione della casa. Esistono però altri effetti ben più drammatici legati al delicato momento che il nostro Paese sta vivendo: il numero di suicidi legati a motivi economici nei primi tre mesi del 2013 è aumentato del 40% rispetto ai primi tre mesi del 2012. Si è abbassata l’età media delle vittime e il fenomeno riguarda sia disoccupati che imprenditori.
 
“La realtà del nostro Paese è allarmante -è il pensiero del Presidente Nazionale Epas- e l’aspetto più triste è che sta venendo meno anche la speranza di imprenditori, famiglie, lavoratori, pensionati, giovani. Serve un segnale forte di cambiamento, qualcosa che possa ridare speranza alla gente –conclude Denis Nesci- e che restituisca al nostro Paese la dignità e le certezze indispensabili per uscire da uno dei momenti più oscuri della nostra storia”.
 
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