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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 13/05/2013

UE, SOMMERSO E TASSE EVASE INCIDONO ANCORA PESANTEMENTE SULL'ECONOMIA
L’Italia, come del resto tutti i Paesi appartenenti all’Unione Europea, è impegnata da anni nella ricerca di soluzioni per porre un freno alla gravissima crisi economica, provando nel contempo a dare il via ad una nuova fase in cui a strategie volte al risanamento dei conti pubblici si affianchino finalmente misure destinate a far crescere l’occupazione e, di conseguenza, a rilanciare un’economia che appare quanto mai fragile e incerta. Il risultato di questi tentativi, fino ad oggi, è stato sicuramente un periodo di grandissima difficoltà per milioni di cittadini, stetti nella morsa dei continui sacrifici (dall’aumento generalizzato delle tasse a quello dei consumi, senza dimenticare la complessa ridefinizione del sistema previdenziale e pensionistico) da una parte e quella del dramma della disoccupazione crescente dall’altra. 

 
Ora però la sensazione diffusa è che non sia possibile continuare ad attingere ai redditi dei cittadini per sperare di risanare definitivamente il bilancio pubblico, anche perché i dati che emergono da numerose ricerche condotte negli ultimi anni fanno chiaramente capire come esiste una via evidentemente ancora non utilizzata nel migliore dei modi, ossia la lotta al sommerso e all’evasione. Tale battaglia, infatti, consentirebbe di dare la caccia a risorse di portata eccezionale che, da sole, permetterebbero ai Paesi UE di beneficiare di cifre importantissime, fondamentali per riattivare il circuito economico e occupazionale.
 
“Da tempo -afferma Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- sosteniamo che bisognerebbe concentrarsi con maggiore intensità e attenzione sulla lotta all’evasione e al sommerso, e che sarebbe il caso di dare un po’ di respiro a cittadini e imprese, allentando il carico fiscale che grava su di loro e che impedisce al nostro sistema economico di ripartire. Speriamo che finalmente -dice ancora Nesci- si mettano in atto misure ancora più efficaci per ridurre drasticamente il peso che fenomeni come evasione fiscale e sommerso hanno sull’intera struttura economica”.
 
I numeri relativi al problema in questione sono davvero impressionanti, basti pensare che il sommerso in Europa vale più di 2.000 miliardi di euro, cioè oltre il 20% del Pil totale dei Paesi interessati, e che le tasse evase sono quantificabili in una somma superiore a 850 miliardi di euro, ossia molto di più della spesa sostenuta dall’Unione Europea per la salute dei suoi cittadini. Si tratta di dati molto significativi, poiché indicano in maniera chiara una delle criticità di maggior rilievo per i bilanci europei. 
Analizzando il problema, emerge un dato che merita grande attenzione: il sommerso è senza ombra di dubbio facilitato dall’utilizzo del contante, per cui un maggior ricorso alle modalità di pagamento elettronico potrebbe, sicuramente, far registrare notevoli progressi nella battaglia contro uno dei nemici più agguerriti della salute economica dei Paesi UE.
 
“Negli ultimi anni sono stati fatti importanti passi in avanti per contrastare fenomeni purtroppo molto radicati nel nostro Paese -conclude il Presidente Nazionale Epas- ma chiaramente la strada per raggiungere risultati di un certo livello resta ancora lunga. Speriamo che in tempi brevi si possano intensificare i controlli e finalmente si ricorra a soluzioni in grado di garantire progressi in tal senso che andrebbero a vantaggio di tutti”.
 
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