Inserita all’interno della legge sulla riforma del lavoro tra le disposizioni in materia di riforma del mercato in una prospettiva di crescita, tanto attesa nell’ultimo periodo alla luce del fatto che era prevista proprio per lunedì l’attivazione della domanda telematica, che tra l’altro può essere fatta anche attraverso l’aiuto dei patronati, la richiesta del contributo economico da parte delle madri lavoratrici è diventata ormai operativa.
La domanda in questione è stata inquadrata come una misura sperimentale per i prossimi tre anni (si è fissato infatti come periodo il 2013-2015) che va incontro alle esigenze delle mamme, concedendo loro la possibilità di richiedere un contributo per l’acquisto dei servizi per l’infanzia o di servizi di baby-sitting erogati da strutture della rete pubblica e privata, purché presenti nell’elenco gestito dall’Inps.
Tanto per capire di cosa si tratta, è opportuno soffermarsi su alcuni punti utili che aiutano il richiedente nel tortuoso processo di elaborazione della domanda di accesso. Prima di inviare la richiesta è infatti necessario richiedere preventivamente il “pin online” e trasformarlo poi in “pin dispositivo”, inoltre bisogna presentare preventivamente la dichiarazione ISEE, rivolgendosi anche ad un CAF convenzionato.
“Proprio su questo primo elemento nutro delle perplessità, innanzitutto perché il tempo a disposizione per la presentazione della domanda è veramente troppo breve; infatti -afferma il Presidente Nazionale dell’Epas, Denis Nesci- una settimana per riuscire a inoltrare tutta la documentazione è un arco di tempo troppo limitato e rischierebbe di lasciare fuori molte mamme che, oltre a dover presentare preventivamente la dichiarazione e a munirsi di pin, dovrebbero scegliere anche la struttura convenzionata in cui iscrivere il bambino, e non è una scelta che può essere fatta in maniera superficiale o approssimativa”.
Dalle ore 12 di oggi, 2 luglio, fino all’11 luglio, sarà possibile presentare la domanda. I fondi messi a disposizione per ogni anno, secondo quanto previsto dalla legge n. 92 del 28 giugno 2012, sono pari a 20 milioni di euro, fermo restando che ogni lavoratrice potrà ottenere un contributo pari a 300 euro mensili per un periodo massimo di sei mesi. Beneficiarie del contributo sono tutte le madri (anche adottive o affidatarie), sia lavoratrici dipendenti, sia iscritte alla gestione separata (in questo caso però il periodo massimo per ottenere il contributo è di tre mesi) che hanno già usufruito in parte del congedo parentale.
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