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Torna indietro    da "EPAS NOTIZIE" del 05/09/2013

STATALI, PENSIONE OBBLIGATORIA PER CHI HA MATURATO IL DIRITTO
“Il settore della previdenza presenta ormai da anni il cartello dei lavori in corso –dice Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- al fine di trovare una quadratura della situazione in grado di preservare le casse dello Stato e di garantire allo stesso tempo i diritti dei cittadini. Si tratta di un lavoro molto delicato –aggiunge Nesci- che per forza di cose comporta l’adozione di diversi provvedimenti normativi e quindi un protrarsi nel tempo dei vari interventi”.

 
Il complicato processo di ristrutturazione del Paese continua a investire i diversi comparti del sistema economico, dando vita a cambiamenti importanti in vari settori. In attesa che il mondo del lavoro possa essere finalmente al centro di un progetto capace di infliggere un duro colpo alla disoccupazione, si procede con soluzioni mirate che si spera possano portare, quanto meno, qualche piccolo ma significativo risultato. Ovviamente poi, accanto al capitolo “occupazione”, un posto di assoluto rilievo in questo percorso che (si spera) possa condurre alla reale crescita economica spetta al sistema pensionistico, uno dei più grandi punti interrogativi per il futuro del Paese, nonostante un passato recente decisamente movimentato.
 
Proprio in ambito previdenziale è arrivato, nei giorni scorsi, un importante chiarimento normativo che ha provveduto a dissipare i dubbi circa una questione che ultimamente aveva generato diversi casi di equivoco. La lunga sequela di interventi legislativi generati dalle numerose riforme pensionistiche degli ultimi anni, infatti, aveva lasciato alcune perplessità nell’interpretazione delle regole per la maturazione dell’età pensionabile: accanto ai dubbi legati al diritto alla quiescenza, però, restava da chiarire un aspetto legato all’obbligo di andare in pensione per gli statali, in molti casi decisi a restare in servizio fino al raggiungimento dell’età anagrafica di 70 anni. 
 
Il provvedimento che ha messo in chiaro la situazione è il Decreto Legge n. 101 del 31 agosto 2013, contenente “Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nella Pubblica Amministrazione”: in esso infatti è presente una norma di interpretazione autentica che ha come scopo quello di evitare che i dipendenti pubblici possano restare in servizio fino ai 70 anni. Nello specifico, l’articolo 2, ai commi 4 e 5, chiarisce che le Amministrazioni devono procedere al pensionamento di tutti i dipendenti che hanno maturato il requisito previsto entro il 2011. Il comma 6 del medesimo articolo, inoltre, riguarda i prepensionamenti indicati dalla spending review, dicendo che la risoluzione del rapporto di lavoro ha carattere obbligatorio per il personale in possesso dei requisiti precedenti alla riforma.
 
“Il quadro generale delle normative inerenti al lavoro e alla previdenza va pian piano delineandosi con maggiore chiarezza -aggiunge Nesci- e si spera che presto le numerose riforme messe in atto possano garantire maggiore trasparenza e minor confusione a tutti i cittadini. Nel frattempo si procede a piccoli passi lungo una direzione che –conclude il Presidente Epas- potrebbe condurre il Paese verso un futuro più stabile e più sereno”.
 
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