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Torna indietro    da "REDAZIONE EPAS" del 22/04/2014

PRESSIONE FISCALE E LAVORO PRIME GRANDI SFIDE PER IL PAESE
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Il 2014 è stato fin qui un anno movimentato per gli equilibri politico-economici del nostro Paese, alle prese da qualche anno con le enormi difficoltà legate alla crisi economica. Tuttavia però si è affacciata una timida speranza dal punto di vista della ripresa, evocata ed invocata in vano già da molto tempo. Se in precedenza tale speranza era apparsa alquanto vaga e poco legata a concreti margini di miglioramento, forse ora qualcosa si sta davvero muovendo: ad ogni modo, in considerazione della drammaticità della situazione attuale, è ovvio che qualunque segnale positivo non venga accolto con illimitata fiducia,  anche se alcuni dati invitano a ben sperare.

“La situazione italiana –sostiene il Presidente Epas, Denis Nesci- è ancora molto difficile e questa è una realtà sotto gli occhi di tutti. Inoltre, crediamo che non esistano soluzioni miracolose che possano immediatamente trasportare l’Italia verso la strada della crescita. Detto questo, però, è nostro dovere cogliere quanto di buono sta emergendo –dice ancora Nesci- e fare di tutto per valorizzare ogni situazione potenzialmente positiva”.

Tra le voci fondamentali per la lotta alla recessione occupano senza dubbio un posto di grande rilievo l’aumento delle percentuali riferite all’occupazione e l’impegno contro una pressione fiscale arrivata ormai a livelli da record. E proprio in questa duplice direzione arrivano novità importanti che potrebbero rappresentare segnali concreti di ripresa e che danno maggiore fiducia rispetto ad altre iniziative improntate al sacrifico costante richiesto ai cittadini.

La prima notizia che fa trasparire segnali importanti per il futuro è quella relativa all’occupazione, voce che ha fatto segnare un aumento di 73mila unità nel mese di  marzo: si tratta di un dato importante, soprattutto se si pensa al periodo di costante aumento della disoccupazione degli ultimi anni. Cosa forse ancor più significativa è che le assunzioni sembrano beneficiare degli incentivi per i giovani riconducibili al dl 76 del 2013, nonché di quanto stabilito dall’articolo 4 della Legge 92/2012 a favore di altre due categorie particolarmente in difficoltà, ossia le donne senza impiego e gli ultracinquantenni. In molti casi è proprio l’alto costo del lavoro a scoraggiare le imprese e a non consentire loro di investire alla voce “assunzioni”, per cui iniziative ad hoc in questo senso non possono che dare coraggio all’intero sistema.

La battaglia contro una pressione fiscale ormai insostenibile per tutti, dalle aziende ai lavoratori, senza dimenticare i pensionati, passa per numerose iniziative da realizzare in tempi brevi, anche perché si spera che tale lotta possa avere un ruolo importante nel rilanciare i consumi e la produzione. Proprio in tale ottica è stato concepito l’intervento che ancora oggi fa tanto discutere, ossia il bonus fiscale di 80 euro al mese per i cittadini con un reddito lordo non superiore ai 24mila euro annui, bonus il cui importo decrescerà proporzionalmente per chi guadagna oltre 24mila euro ma non più di 26mila euro.

“La lotta alla disoccupazione e ad una pressione fiscale fattasi ormai insostenibile –afferma Denis Nesci- sono delle priorità assolute e urgenti, per cui ben vengano le iniziative destinate alla risoluzione di questi problemi. A nostro avviso –aggiunge il Presidente Nazionale del Patronato Epas- occorre però intervenire mediante provvedimenti di più ampio respiro e in grado di produrre effetti duraturi nel tempo, in modo da consentire alle imprese di raggiungere quei livelli di competitività sul mercato a cui l’Italia deve necessariamente ambire”.

 


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