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Torna indietro    da "REDAZIONE EPAS" del 04/08/2014

SEMPRE PIÙ DIFFICILE GARANTIRE IL DIRITTO ALLO STUDIO
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“Meritocrazia e formazione devono essere due parole fondamentali per ogni Paese che voglia seriamente puntare a progredire –sono le parole del Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci- perché rappresentano due concetti a cui non si può rinunciare per costruire, sin da subito, un futuro migliore per l‘intera collettività. Partendo da questa considerazione –aggiunge il Presidente Epas- è facile capire come i continui tagli in ambito universitario vanno a penalizzare non solo gli studenti e le famiglie direttamente coinvolti, ma l’intero sistema sociale, culturale e anche economico italiano”.

Il diritto allo studio è oggi uno degli argomenti più controversi, un tema che attira su di sé molte attenzioni a causa delle difficoltà riscontrate dai diretti interessati nel farlo valere in un periodo così complesso per la nostra realtà economica. Se fino a qualche anno fa si riusciva a garantire ai più meritevoli (anche se i criteri apparivano a volte discutibili, dando vita a diverse polemiche) l’accesso ai sussidi necessari, affinché gli studenti potessero dedicarsi al proprio percorso accademico, oggi tale garanzia è sempre più risicata, col risultato che migliaia di studenti si trovano a dover modificare le proprie scelte universitarie e, in non pochi casi, addirittura a dover rinunciare a tale possibilità.

I dati relativi ai tagli sulle risorse statali ripartite fra le varie regioni è abbastanza eloquente: dal 2010 al 2011 è avvenuta una contrazione rispetto al 2009, dopodiché nel 2012 tali risorse sono risalite fino a 163 milioni di euro, salvo poi ridursi a 150 milioni nel 2013. La cosa preoccupante, però, è l’ulteriore riduzione prevista per il triennio 2014-2016, col risultato che le risorse a disposizione saranno pari a 112 milioni per ciascun anno. Da ciò consegue che gli studenti idonei, in linea cioè coi parametri reddituali e di profitto e che quindi avrebbero teoricamente diritto ai benefici previsti, molto spesso poi non usufruiscono di borse di studio, case dello studente o esonero dal pagamento dei contributi universitari. Per avere un’idea concreta dell’ampiezza e della crescita di questo triste fenomeno, basti pensare che il Piemonte oggi non riesce a soddisfare nemmeno le richieste del 50% degli aventi diritto, laddove la stessa regione, soltanto 5 anni fa, era in grado di coprire la totalità delle richieste degli aventi diritto: a livello nazionale invece, si è passati da una copertura dell’86% nel 2009 a quella del 69% nel 2012.

“La situazione che emerge –afferma Nesci- è davvero molto preoccupante e finisce per gettare un’ombra per niente incoraggiante sull’immediato futuro. Se le nuove generazioni non avranno la possibilità di dedicarsi con serenità e costanza allo studio –conclude il presidente Epas- il Paese rinuncerà a quella che potrebbe essere una spinta formidabile verso la crescita, e allo stesso tempo non sarà stata in grado di tutelare aspirazioni, talento e dignità di migliaia e migliaia di cittadini”.

 


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