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Torna indietro    da "REDAZIONE EPAS" del 18/09/2014

GIORNATE DECISIVE PER LA RIFORMA DEL LAVORO
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“Quelli che stiamo vivendo potrebbero essere giorni cruciali per le sorti del Paese –dice il Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci- e l’auspicio è che si possano finalmente prendere quelle decisioni capaci di gettare le basi per la ripresa occupazionale ed economica dell’Italia. Occorrono coraggio e lucidità per tirarsi fuori da una situazione che, giorno per giorno, si fa sempre più complicata –continua Nesci- e che non può essere risolta con interventi soft o che non tengano conto della realtà che caratterizza oggi il mercato del lavoro”.

Arriva in Commissione Lavoro al Senato l’emendamento che dovrebbe dare il là ad una riforma definita come irrinunciabile, riforma che dovrebbe rivoluzionare il mercato occupazionale e, si spera, rilanciare l’economia del Paese. Si tratta di una missione molto complessa che si pone un traguardo ambiziosissimo e che, per arrivare agli scopi prefissati, creerà inevitabilmente discussioni e polemiche. Entreranno in gioco aspetti ideologici ed esigenze del mercato del lavoro, preoccupazioni e speranze di lavoratori e aziende, nonché la credibilità e la forza di politica e istituzioni. 

Il punto di partenza sarà una sorta di ricognizione sui contratti esistenti: è opinione diffusa che ad oggi non sia facile districarsi nella giungla di forme contrattuali poste in essere, per cui il primo obiettivo, una sorta di premessa per l’attività successiva, sarà quello di sfoltire l’assetto esistente e semplificare le tipologie di assunzione. Una delle novità più rilevanti, destinata ai neoassunti, dovrebbe essere l’introduzione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio: tale contratto consente al datore di lavoro di porre fine al rapporto col dipendente nei primi tre anni in qualunque momento e senza motivazione, con l’obbligo però di rispettare i termini di preavviso e di corrispondere al lavoratore un indennizzo monetario. Tale contratto, a differenza di quanto accade con l’apprendistato, non sarà riservato esclusivamente agli under 30, consentendo in tal modo di facilitare l’ingresso al lavoro di ogni categoria, comprese le donne dopo la maternità o i più anziani in fase di reintegro. Rispetto a quanto stabilito nello Statuto dei Lavoratori, prevista anche una revisione della disciplina dei controlli a distanza, con l’apertura all’utilizzo di nuove tecnologie: nulla però dovrà cambiare nella tutela alla dignità e alla riservatezza del lavoratore.

Importanti innovazioni anche per quel che concerne le mansioni affidate al lavoratore. Si mira a superare l’assunto che il dipendente debba essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto, in modo da promuovere una visione più flessibile dell’attività lavorativa da applicare anche, ad esempio, in casi di riorganizzazione o ristrutturazione aziendale. Altra voce di notevole importanza è quella relativa all’estensione del salario minimo ai co.co.co.: oltre ai lavoratori subordinati, dunque, tale diritto interesserà pure i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa. Infine, si punta anche a intensificare la cultura della riqualificazione professionale di chi perde il lavoro, attraverso un percorso formativo che dovrebbe aiutare concretamente il soggetto a trovare una nuova sistemazione, senza rassegnarsi alla fruizione di ammortizzatori sociali, costosi e poco produttivi anche per le casse dello Stato.

“Il dibattito politico spesso si è arenato davanti a momenti decisivi per le sorti del Paese –afferma il Presidente Nazionale Epas- col risultato di rimandare decisioni importanti che, invece, avrebbero potuto cambiare il corso degli eventi. Oggi siamo in un momento molto delicato ed è chiaro a tutti che è indispensabile agire –conclude Denis Nesci- per dare una svolta al mercato del lavoro e consentire agli italiani di superare difficoltà e paure che hanno caratterizzato questi ultimi, difficilissimi anni”.

 


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