Ente di Patronato e di Assistenza Sociale
Via Giovanni Giolitti, 212/C - 00185 Roma
Tel. 06.4818918 - Fax 06.48976812 - [email protected]
Numero Verde 800 029661

 I Vostri diritti sono i Nostri doveri!

»Home »News
»Chi siamo »link utili
»Attività »Cookie Policy
»Privacy Notice
WISTLEBLOWING Amministrazione Trasparente
sabato 27 aprile 2024    Italiano Francese English Spagnolo Tedesco
x-CHIUDI
Indietro  Stampa  Stampa PDF    A | A | A |
Torna indietro    da "REDAZIONE EPAS" del 23/09/2014

LAVORO, ALL’ESTERO MAGGIORE FLESSIBILITÀ DELLE MANSIONI
img

“Discussioni e polemiche sulla riforma del lavoro rischiano di protrarsi all’infinito e di far perdere di vista il reale obiettivo da raggiungere –osserva Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- ossia la ripresa economica e la crescita occupazionale del Paese. Per riuscire in questa difficile impresa serve uno sforzo pratico, ideologico, culturale e politico di vasta portata –aggiunge Nesci- senza il quale l’Italia rischia di restare ancora una volta paralizzata in una situazione divenuta ormai insostenibile”.

Continua a tener banco la questione relativa ai possibili, epocali mutamenti del mondo del lavoro conseguenti ad una crisi epocale che ha messo a nudo l’inadeguatezza normativa e organizzativa del sistema occupazionale italiano. Con la disoccupazione giovanile a livelli record e difficoltà da cui nessuna categoria è immune, urge mettere in atto soluzioni molto diverse da quelle sin qui adottate. Nelle ultime settimane, in particolare, si stanno facendo molti riferimenti al modo in cui la disciplina del lavoro è trattata al di fuori dei confini nazionali, per cercare di individuare il giusto equilibrio fra produttività e tutela dei lavoratori, forse il nodo principale da risolvere per dare il via ad una nuova fase della storia nazionale.

Un aspetto importante che risulta ancora bloccato in Italia è quello relativo alla flessibilità delle mansioni: la materia da noi è trattata mediante riferimenti normativi ancorati agli anni ’70, epoca profondamente diversa da quella attuale. All’estero invece il mondo del lavoro presenta scenari diversi da questo punto di vista, con una maggiore elasticità delle mansioni e con la possibilità per le aziende di impiegare i dipendenti laddove le esigenze di produzione si fanno sentire in maniera più acuta. In Spagna, ad esempio, è stata abolita la classificazione dei lavoratori per categorie professionali, mentre in Francia è possibile, mediante il consenso del comitato aziendale, una riclassificazione dei dipendenti. Andando un po’ più lontano sulla cartina geografica, si scopre che anche nel modello scandinavo (spesso giustamente lodato) è prevista un’ampia flessibilità nell’utilizzo dei dipendenti, contemporaneamente però a corposi sussidi e politiche attive. In generale, appare con una certa evidenza come negli altri Paesi esista una certa inclinazione a favorire una maggiore mobilità sul mercato del lavoro, anche attraverso l’utilizzo dei lavoratori per lo svolgimento di mansioni inferiori.

“Dare uno sguardo a come certe delicate questioni vengono trattate negli altri Paesi può essere molto utile –è il pensiero di Denis Nesci- anche se poi, ovviamente, ogni Stato ha le sue peculiarità e la sua propria situazione. Di certo non è una buona soluzione scimmiottare gli altri senza tener conto della realtà che caratterizza il nostro Paese –conclude il Presidente Epas- ma può essere invece interessante capire quali esempi possano esser applicati in Italia per dare una svolta ad un mondo da troppo tempo fermo e in netta difficoltà”.

 


Ascolta Ascolta questo testo: (voce maschile) | (voce femminile)
ATTENZIONE! Essendo una versione beta, questo lettore
potrebbe non funzionare correttamente con alcune news


FNA Il Patronato EPAS è un servizio della FNA - Federazione Nazionale Agricoltura