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Torna indietro    da "REDAZIONE EPAS" del 26/09/2014

PENSIONATI SEMPRE PIÙ A RISCHIO POVERTÀ
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“Giustizia ed equità sociale dovrebbero essere sempre in cima alle priorità di ogni singolo Paese –afferma Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- soprattutto nel riuscire ad intercettare le principali, reali esigenze di categorie particolarmente in difficoltà. Purtroppo però in Italia continuiamo ad assistere a situazioni paradossali e difficili da accettare –continua il Presidente Epas- come accade ad esempio nel mondo delle pensioni, con sproporzioni di cifre assolutamente inaccettabili”.

Se lo scandalo delle pensioni d’oro aleggia costantemente sui conti disastrati del nostro Paese, come un fantasma incurante delle drammatiche difficoltà che riguardano milioni di cittadini e che allarga sempre più la forbice tra poveri sempre più poveri e ricchi sempre più ricchi, una porzione costantemente in crescita di pensionati italiani scivola verso l’indigenza. Rinunce e sacrifici sono da anni all’ordine del giorno per tantissimi ex lavoratori, i quali speravano in una stagione pensionistica capace di donar loro quanto meno un’esistenza dignitosa; negli ultimi tempi però la situazione è sensibilmente peggiorata, divenendo realmente insostenibile per milioni di persone. 

I numeri che emergono da ricerche, indagini e analisi hanno abbondantemente superato i confini del dramma sociale: quasi 7 milioni e mezzo di pensionati, il 44% del totale, è ormai in condizioni di semipovertà, con a disposizione un assegno mensile lordo che non arriva a mille euro. Se già nel recente passato gran parte dei pensionati vivacchiava senza potersi concedere granché, obbligata a spese oculate per non trovarsi in serie difficoltà, la situazione è drasticamente peggiorata dal 2010 in poi, con l’intensificarsi della crisi economica. I nemici principali della pensione sono, ad oggi, una pressione fiscale impietosa nell’erodere il potere d’acquisto dell’assegno mensile e un adeguamento dell’importo pensionistico al costo della vita assolutamente insufficiente. 

Un’inversione di tendenza è più che mai necessaria, per provare a non ingrossare le fila dei pensionati in stato di povertà e per cercare di migliorare la posizione di chi oggi soffre in maniera particolare uno stato di cose di estrema gravità. Gli interventi più urgenti dovrebbero riguardare in primis l’innalzamento dell’importo della pensione, per adeguare i trattamenti minimi al 40% del reddito medio nazionale, così come indicato dalla Carta Sociale Europea; inoltre, occorre una maggiore attenzione nell’indicizzare le pensioni, tenendo conto di quelle voci che riguardano più da vicino le spese dei pensionati; poi è necessario prevedere un sistema più ampio e diffuso di agevolazioni fiscali per la categoria, specialmente per i redditi più bassi.

“La pensione si sta trasformando in un incubo per gran parte dei lavoratori –è il Pensiero di Denis Nesci- tra importi sempre più inadeguati e incertezze riguardo alla maturazione del diritto. Urgono interventi in grado di sistemare i tanti errori commessi in passato –conclude il Presidente Nazionale del Patronato Epas- e di ristabilire in Italia un’effettiva equità sociale, processo possibile solo restituendo alla pensione la sua natura di diritto, non di privilegio o di sofferenza, due facce della stessa medaglia ugualmente dannose e inaccettabili”.  

 


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