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Torna indietro    da "REDAZIONE EPAS" del 17/10/2014

RICERCA E SVILUPPO FATTORI DETERMINANTI PER LA RIPRESA
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“La strada della ripresa economica dovrà passare per forza di cose dalla maggiore competitività aziendale e dell’intero sistema nazionale –osserva il Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci- e per intervenire in maniera fattiva e concreta al riguardo è assolutamente indispensabile incentivare il settore della ricerca e dello sviluppo. Partendo da questo presupposto –prosegue Nesci- ben vengano le iniziative capaci di stimolare le aziende a investire in maniera decisa nella ricerca per migliorare la produttività e per contribuire alla crescita globale del nostro sistema produttivo”.

Il capitolo sviluppo, com’era ampiamente prevedibile e auspicabile, trova spazio nel disegno di Legge di Stabilità che ha ricevuto l’ok del Consiglio dei Ministri, anche se con alcune correzioni (alcune positive, altre negative) rispetto al testo iniziale. Si tratta ad ogni modo di una proposta che mira ad incentivare la ricerca mediante agevolazioni per le imprese che investiranno, appunto, in questo particolare aspetto. 

La prima notizia, in verità poco gradita, è la posticipazione dell’applicazione degli incentivi al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2015 (con chiusura a quello in corso al 31 dicembre 2019), saltando di fatto il 2014; d’altra parte però, si amplia notevolmente la platea dei possibili beneficiari, poiché al provvedimento saranno interessate tutte le aziende, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico, dal fatturato e dal regime contabile utilizzato, a patto che ovviamente investano in attività di ricerca e sviluppo.

Altra novità che non farà troppo piacere alle imprese è il fatto che il riconoscimento del credito d’imposta, inizialmente fissato al 50%, è stato in realtà portato al 25% degli incrementi annuali di spesa nel settore ricerca e sviluppo registrati in ognuno dei periodi di imposta in cui si applicherà l’incentivo, rispetto alla media tenuta al riguardo nei tre anni precedenti al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2015. Per usufruire dello sgravio è condizione essenziale la realizzazione di un investimento annuale in ricerca e sviluppo di almeno 30 mila euro, tenendo conto che il limite annuale massimo di credito d’imposta attribuibile è di 5 milioni di euro. 

Per determinare il diritto al credito d’imposta oggetto della misura in questione verranno valutate le spese relative al personale altamente qualificato impiegato nelle attività di ricerca e sviluppo, alle quote di ammortamento delle spese di acquisto o di utilizzo per attrezzature e strumenti, ai contratti di ricerca sottoscritti con organismi di ricerca e atenei, alle competenze tecniche e privative industriali specifiche. 

“Ricerca e sviluppo, ma più in generale formazione e istruzione a 360°, rappresentano il vero motore della ripresa economica –sostiene il Presidente dell’Epas- ed è un dovere ineludibile incoraggiarne la piena diffusione. Incentivando questo tipo di attività –conclude Denis Nesci- si investirà su qualcosa che, ne siamo sicuri, porterà i suoi frutti e darà un impulso decisivo all’intero tessuto imprenditoriale del Paese”.

 


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