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Torna indietro    da "REDAZIONE EPAS" del 25/11/2014

GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
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“La ricorrenza di oggi deve rappresentare per tutti un momento di profonda riflessione –osserva Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- perché riguarda un fenomeno purtroppo ancora vivo in tutto il mondo, anche nel nostro Paese. In giornate come questa occorre soffermarsi sui numerosi episodi di violenza di cui ogni giorno abbiamo notizia e capire che spesso la violenza si nasconde sotto forme diverse, più subdole, e riguarda la quotidianità in tutte le sue forme. Anche la discriminazione al lavoro –aggiunge Nesci- rappresenta ad esempio una forma di violenza da condannare senza appello: ognuno, nel suo piccolo, deve contribuire in maniera attiva e concreta alla lotta contro la violenza sulle donne”.

Il 25 novembre è la data che l’Onu ha scelto come Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, mediante la risoluzione n. 54/134 del 17 dicembre 1999. Non si tratta di una scelta casuale, ma di una data dal fortissimo valore simbolico: proprio il 25 novembre del 1960, infatti, vennero barbaramente uccise le sorelle Mirabal, tre donne dominicane che si opposero con coraggio e determinazione (pagando per questo con la vita) alla feroce dittatura di Rafael Leónidas Trujillo. 

La giornata di oggi è dunque un importante riferimento a un fatto di cronaca di oltre 50 anni orsono, ma purtroppo è un appuntamento dal forte richiamo nel presente per via della straordinaria, terribile attualità del tema in questione. La cronaca dei mezzi di comunicazione è ormai quotidianamente occupata da episodi di violenza contro le donne, ma provando per un istante a concentrarci sul mondo del lavoro emerge un aspetto spesso trascurato del fenomeno: la disparità fra uomo e donna è infatti ancora una realtà allarmante per il nostro Paese. 

Se è vero che il numero di donne occupate è in crescita in Italia, è altrettanto vero che il confronto con gli impiegati maschi è ancora lontano dall’effettiva parità: ma ciò che forse è peggio è la costante ritrosia della società italiana nel consentire alle donne di occupare posizioni di vertice nelle aziende e anche all’interno delle istituzioni. Molto frequente è inoltre il caso di retribuzioni più basse per le lavoratrici che svolgono le medesime mansioni dei lavoratori uomini, così come gli episodi di mobbing contro le donne o di ostruzionismo verso chi decide di diventare madre senza voler mettere da parte la carriera.

“Chiudere gli occhi davanti alla realtà –sostiene Denis Nesci- significa rendersi complici di fenomeni pericolosi e assolutamente da combattere. Se è vero che grandi passi in avanti sono stati compiuti negli ultimi anni e che aumenta il numero delle donne che hanno un lavoro e che occupano posti di responsabilità –continua il Presidente Nazionale dell’Epas- è altrettanto vero che occorre fare molto di più. Solo quando l’uguaglianza diventerà davvero la norma potremo essere soddisfatti dei risultati raggiunti: far sì che l’uguaglianza sia piena, inequivocabile ed effettiva significa aver dato un contributo reale, fattivo e forte contro ogni genere di violenza a danno delle donne”.

 


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