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Torna indietro    da "REDAZIONE EPAS" del 10/12/2014

IN ITALIA L’EMIGRAZIONE HA RAGGIUNTO LIVELLI DA RECORD
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“L’elevato numero di persone che lasciano il nostro Paese è sintomatico di quanto il momento attuale sia complicato –è l’amara constatazione del Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci- e questi dati non possono di certo lasciarci indifferenti. Ciò che fa ancora più tristezza è che ai ben noti problemi legati al mondo del lavoro –aggiunge Nesci- si aggiungono valutazioni riguardanti fattori come meritocrazia e fiducia nelle istituzioni, valutazioni che purtroppo tendono ad essere sempre più improntate alla negatività e alla scarsa fiducia”.

Il rapporto Istat “Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente” svela impietosamente come la conseguenza inevitabile delle enormi difficoltà economico-sociali dell’Italia si rifletta in una fragorosa caduta dell’appeal che il nostro Paese ha verso italiani e stranieri. Il primo numero che pesa come un macigno è 82mila alla voce “italiani emigrati” nel 2013: si tratta di un numero enorme, che fa ancora più impressione se si considera che è il più alto degli ultimi dieci anni e che rappresenta un incremento del 20,7% rispetto al 2012. Il nome delle mete privilegiate per chi abbandona il Belpaese sono Regno Unito, Germania, Svizzera o, al di fuori del Vecchio Continente, Stati Uniti e Brasile. Ciò che dovrebbe far riflettere è che in molti casi chi abbandona l’Italia lo fa anche solo per cercare un semplice lavoro, e non necessariamente per far fortuna o far carriera.

Tra chi scappa dall’Italia troviamo un numero consistente di laureati, circa 13mila, mentre la fascia di età più rappresentata nei fenomeni migratori è quella compresa fra i 20 e i 45 anni. Alla base delle motivazioni che spingono alla fuga troviamo la sensazione che l’Italia sia un Paese fermo, in cui nessuno sembra in grado di prendere decisioni, in cui sono assenti sia il lavoro che la meritocrazia e dove invece ci sono troppe tasse. 

Oltre alla fuga degli italiani, il rapporto Istat evidenzia un fenomeno inaspettato: nel 2013 si è registrato un calo del 12,3% degli immigrati in arrivo in Italia e un aumento del 14,2% di immigrati che lasciano il nostro Paese per tornare in Patria o scegliere un altro posto in cui andare. Tra i dati segnalati dall’indagine, non mancano le migrazioni interne: tali movimenti, come prevedibile, fanno segnare una netta differenza fra il Nord e il Sud, motivata soprattutto dalle diverse opportunità di lavoro, di molto superiori nelle regioni settentrionali. 

“I numeri comunicati dall’Istat sembrano portarci indietro nel tempo –afferma il Presidente Nazionale Epas- a momenti di grande difficoltà, in cui l’emigrazione purtroppo era un fenomeno quotidiano. Oggi non possiamo più accettare che l’Italia non sappia offrire opportunità e lavoro ai propri cittadini e agli stranieri –conclude Denis Nesci- per cui è indispensabile che la politica, il mondo imprenditoriale, le istituzioni e tutti coloro che hanno compiti di responsabilità verso i cittadini, diano fondo a tutte le risorse disponibili per risolvere una situazione che non fa giustizia al nostro Paese, alla sua storia e alle sue straordinarie potenzialità”.

 


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