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Torna indietro    da "REDAZIONE EPAS" del 03/02/2015

DISCORSO D'INSEDIAMENTO DEL PRESIDENTE MATTARELLA
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Il discorso di insediamento del Presidente della Repubblica rappresenta sempre un momento di grandissima importanza, sia dal punto di vista storico-sociale, sia a livello simbolico, per l’intero Paese. Ogni parola detta, ogni pensiero espresso segnano inevitabilmente l’inizio di un nuovo capitolo nella storia della nostra Repubblica. Se poi ci fermiamo a considerare la delicatezza del presente momento storico, è facile capire l’enorme responsabilità del compito a cui è chiamato il primo rappresentante delle Istituzioni, unitamente a tutte le altre cariche dello Stato.

Oggi, 3 febbraio 2015, è in ogni caso un giorno destinato ad entrare nelle pagine dei libri di storia. Ma quello che nei prossimi anni sarà descritto come un avvenimento di carattere politico, oggi è sicuramente qualcosa di molto più rilevante per tutti gli italiani. La sensazione diffusa è che ormai sia tempo di dare vita ad una nuova stagione del Paese, ad un periodo che sappia trascinare tutti fuori da una crisi che sembra non avere fine: per far sì che tale sensazione (che a dire il vero è ancora soprattutto una speranza) si trasformi in un cambiamento concreto, occorre dare una svolta decisiva in quelli che sono i settori e i nodi cruciali per le sorti del Paese. E da questo punto di vista le parole del nuovo Capo dello Stato suonano come beneauguranti, perlomeno nel loro essere sintesi e messaggio della volontà istituzionale, chiamata prima di ogni cosa a dare finalmente e concretamente ascolto alle parole della gente: troppo spesso, infatti, negli ultimi anni proprio gli italiani si sono sentiti gli esclusi di lusso da ogni ragionamento economico e sociale, politico e legislativo. C’è stata, molto forte e per nulla gradevole, l’idea che proprio le persone fossero state dimenticate, in nome di altri importanti obiettivi, dall’austerità all’Europa  fino ai giochi di potere in Parlamento, come se fossero proprio i cittadini l’elemento a cui chiedere, anzi imporre, sacrifici a prescindere. 

La disaffezione verso un mondo, quello politico, in realtà molto vicino ad ognuno di noi nel suo essere espressione di tutti, nel bene e nel male, ha creato un solco, una distanza tra società civile e istituzioni che non fa bene a nessuno e che deve essere necessariamente colmata. E da questo punto di vista bene ha fatto, a nostro avviso, il nuovo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a concentrarsi su argomenti come la disoccupazione, la crescita, l’innovazione, il Meridione, il lavoro ai giovani, la tutela delle donne, il rispetto della Costituzione, la ricerca costante della legalità e della libertà: tutti temi di grande impatto, tutte cose molto vicine alla gente e che la gente deve ritrovare, perché date per scontate negli ultimi anni con troppa leggerezza e che sono state invece trascurate con troppa superficialità. Inoltre, è fondamentale a nostro avviso l’impegno del Capo dello Stato nel voler incentivare le riforme e  nell’assumersi senza tentennamenti il ruolo di arbitro imparziale della vita politica di un Paese che appare diviso, frastornato, stanco: un Paese che deve invece riprendere confidenza col proprio passato, con le proprie impareggiabili virtù, un Paese che deve credere nella forza del suo enorme potenziale. 

Infine, ci piace l’idea di chiudere con le stesse parole con cui il Presidente della Repubblica ha terminato il suo discorso, perché ricche di significato e cariche non di immotivato ottimismo, ma di lucida e vivida speranza.

“…un popolo che vogliamo sempre più libero, sicuro e solidale. Un popolo che si senta davvero comunità e che cammini con una nuova speranza verso un futuro di serenità e di pace.
Viva la Repubblica, viva l'Italia!”


Buon lavoro, Presidente Mattarella.

                                                                                                                                                                         Denis Nesci, 
                                                                                                                                   Presidente Nazionale del Patronato Epas


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