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“Oggi più che mai è assolutamente indispensabile che il Paese miri a innalzare il livello di competitività del proprio mercato –osserva Denis Nesci, Presidente Nazionale del Patronato Epas- per ritrovare un ruolo di primissimo piano negli scambi internazionali. Per realizzare questo importantissimo obiettivo è necessario interrogarsi su cosa si debba fare per migliorare e perfezionare la crescita professionale dei lavoratori, a cominciare da chi si appresta a fare il proprio ingresso nell’universo occupazionale. Proprio la fase della formazione –prosegue il Presidente Epas- rappresenta un momento cruciale a cui dedicare tutta l’attenzione possibile, poiché proprio dalla capacità di preparare adeguatamente i lavoratori fin da subito dipende buona parte del complesso tentativo di ripresa economica del Paese”.
È opinione diffusa da tempo che nel nostro Paese occorra riavvicinare sensibilmente il mondo del lavoro e quello della formazione, due ambiti che alla prova dei fatti risultano spesso molto, troppo distanti tra loro, fino a diventare quasi del tutto estranei in determinate realtà territoriali e soprattutto per alcune categorie del sapere. La separazione netta fra il momento formativo e quello lavorativo ha generato però un vuoto che si riflette inevitabilmente nelle difficoltà del mercato italiano del lavoro, soprattutto in una prospettiva più ampia, che tiene conto delle realtà europee e mondiale con cui inevitabilmente dobbiamo confrontarci.
A partire dalla scuola, e concentrandosi poi in particolare sul percorso accademico, le istituzioni chiamate a formare i cittadini dovranno favorire una trasformazione decisamente impegnativa, dove le peculiarità del sapere non siano più disgiunte da quelle del saper fare, in cui in altri termini ciò che si apprende durante gli anni scolastici e universitari sia immediatamente ed efficacemente spendibile nel complesso mondo del lavoro su scala mondiale. Pensiero critico, senso civico, flessibilità, visione strategica, apertura e disponibilità al confronto sono tutte voci che incarnano elementi irrinunciabili per far sì che la formazione nel nostro Paese possa, finalmente, compiere quel salto di qualità invocato da tempo, integrandosi in maniera proficua col mondo del lavoro.
“Il mondo del lavoro deve essere non solo conseguenza naturale di un percorso di formazione -sostiene Denis Nesci- ma soprattutto deve saper valorizzare e consacrare ciò che una persona ha acquisito durante tale percorso; allo stesso tempo il momento della formazione non deve mai considerarsi come concluso, perché anche e soprattutto nel mercato del lavoro è essenziale comprendere che la necessità di migliorarsi è alla base della reale crescita di ogni singolo lavoratore e del Paese intero. Partendo da questo presupposto –conclude il Presidente Nazionale del Patronato Epas- crediamo che sia ormai tempo di puntare con forza e senza dubbi al momento formativo, facendo sì che da subito esso sia intimamente connesso all’universo del lavoro, del quale rappresenta premessa indispensabile e percorso parallelo”.