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Torna indietro    da "REDAZIONE EPAS" del 04/03/2015

DISOCCUPAZIONE, I DATI ISTAT INDICANO UN ULTERIORE MIGLIORAMENTO
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Che il 2015 sia finalmente, davvero, l’anno decisivo per la ripresa economica? Più volte negli ultimi anni le speranze riposte in una crescita del Paese, anche contenuta, si sono rivelate soltanto delle amare illusioni, per cui la tendenza all’ottimismo è diventata per forza di cose merce sempre più rara in tema di sprint economico e produttivo da contrapporre alla crisi e a tutti i suoi drammatici effetti, a partire dalla disoccupazione. La prudenza in materia è quindi d’obbligo: tuttavia esistono segnali incoraggianti che forse è il caso di valutare con attenzione.

“Sebbene troppo spesso la fiducia in una ripresa vera del Paese è stata, alla luce dei fatti, sicuramente eccessiva e ingannevole –dice il Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci- indubbiamente occorre analizzare con attenzione i dati degli ultimi mesi per capire se stavolta esistono davvero i presupposti per una concreta inversione di tendenza. Bisogna sempre tener conto del fatto che la disoccupazione generale, e in particolare quella giovanile, rappresentano problemi enormi che richiedono uno sforzo importante alla nostra società, ma di certo –continua il Presidente del Patronato Epas- l’idea che dei piccoli passi in avanti sono stati compiuti e che dei miglioramenti leggeri ma reali siano avvenuti, è indice che forse la strada percorsa è finalmente quella giusta”.

La nuova ventata di (cauto) ottimismo nasce dagli ultimi dati Istat in materia di disoccupazione: per due mesi consecutivi, infatti, la percentuale in merito si è abbassata, seppur in maniera lieve. Il 12,7% con cui si era chiuso il 2014 (mese di dicembre), infatti, è stato ulteriormente ritoccato al ribasso a gennaio 2015, attestandosi al 12,6%. Altro dato positivo è l’aumento del numero di occupati fatto registrare a gennaio 2015 rispetto al mese di gennaio 2014, aumento stimato in circa 131mila unità. Miglioramenti registrati anche in ambito di disoccupazione giovanile, passata dal 41,4% di dicembre 2014 al 41,2% di gennaio 2015: siamo ancora tra i peggiori d’Europa da questo punto di vista, ma forse il futuro riserverà finalmente qualche novità positiva. 

“Leggere finalmente di dati positivi che, soprattutto, si ripetono da un mese all’altro -afferma il Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci- è un qualcosa a cui non eravamo abituati da tempo, e che fa indubbiamente riflettere sulla difficile situazione che ha caratterizzato, e ancora caratterizza, il nostro Paese. Certo, si tratta di miglioramenti lievi e non ancora decisivi –continua Nesci- ma fanno intravedere la possibilità di un futuro più sereno in ambito occupazionale, restituendo fiducia al Paese intero”.

 


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