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Quello del Presidente dell’Inps, Tito Boeri, è stato un inizio caratterizzato dalle polemiche. In una recente intervista Boeri ha lanciato le sue proposte: maggiore flessibilità in uscita dal lavoro per cambiare la legge Fornero, armonizzazione delle norme sulla previdenza per eliminare i privilegi e per recuperare risorse per rendere più equo il nostro welfare state, reddito minimo garantito per gli over 55. Questo attivismo è stato da più parti contestato, ma il Presidente del principale ente previdenziale italiano rivendica il suo diritto-dovere di fare delle proposte al Governo del Paese. Ma vediamo meglio: il reddito minimo per la fascia che va dai 55 ai 65 anni sarebbe un piccolo sostegno a chi, a causa del dato anagrafico, difficilmente riesce a trovare una nuova occupazione. Solo il 10% infatti, a quanto dice l’Inps, riesce a reimpiegarsi. Una condizione indubbiamente difficile che necessita di attenzione da parte delle istituzioni. Inoltre, Boeri non ritiene che il piccolo sussidio che lo Stato sarebbe in grado di offrire possa trasformarsi in un deterrente rispetto alla ricerca di nuova occupazione. E’ in fase di elaborazione anche la proposta di riforma del sistema pensionistico che dovrebbe consentire di superare alcune storture della Fornero. Infine, il Presidente Inps sembra aver ottenuto il consenso da parte di Poste Italiane e degli istituti di credito per far pagare tutte le prestazioni sociali il primo di ogni mese, a differenza di quanto avviene oggi con varie prestazioni che vengono erogate in date differenti. Su questo Boeri ha chiarito: "Adesso aspettiamo il decreto del governo che mi auguro venga varato il prima possibile. E' una manovra a costo zero per le banche e per lo Stato, mentre c'è un grande vantaggio per i pensionati". Di certo non difetta in attivismo il nuovo Presidente dell’Istituto nazionale di previdenza. Attivismo che, come dicevamo, non ha convinto molti. Il Presidente del Patronato Epas, Denis Nesci, invece ha dichiarato: “Siamo abituati a ragionare sulla concretezza. Le proposte sinora fatte rappresentano una buona base di partenza, nonché il tentativo di affrontare questioni di prioritaria rilevanza. La propositività dell’Inps non può che essere considerata positiva. Attendiamo, però, giugno per valutare i dettagli. Solo allora esprimeremo il nostro pieno giudizio e, se sarà necessario, - conclude Nesci -ci faremo sentire”.