![]() |
Ente di Patronato e di Assistenza Sociale Via Giovanni Giolitti, 212/C - 00185 Roma Tel. 06.4818918 - Fax 06.48976812 - [email protected] Numero Verde 800 029661
|
|
Area Operatori![]() |
Sono positivi i dati sull’occupazione che ieri il Ministero del lavoro ha reso pubblici. Nello scorso marzo c’è stato un aumento delle nuove assunzioni rispetto all’ anno precedente. In particolare, un importante segno positivo lo segnano i contratti a tempo indeterminato. L’incidenza di questa tipologia contrattuale è passata dal 17,5% del marzo 2014 al 25,3% dello stesso mese del 2015. Si parla di 162.498 nuovi contratti stabili rispetto ai 108.647 del marzo dello scorso anno. Le trasformazioni da tempo determinato ad indeterminato sono sostanzialmente raddoppiate (dai 22.116 del 2014 ai 40.034 di oggi). E’ presto per parlare di ripresa dell’occupazione, però una maggiore stabilità dei salari sicuramente provoca maggiore fiducia nei consumatori, dato inequivocabilmente positivo. Anche il Presidente della Repubblica Mattarella, che è intervenuto sul tema, si è espresso, seppur con cautela, in maniera positiva: “sono dati confortanti. Naturalmente sono dati ancora iniziali. E bisogna prenderli con cautela. Però sono dati che incoraggiano la fiducia, cosa essenziale". C’ è anche chi ha ritenuto di contestare tale visione positiva, come la leader della Cgil Camusso, derubricando la diffusione di tali numeri come mera propaganda. Il Presidente nazionale del patronato Epas, Denis Nesci, invece, ha inteso ribadire l’oggettività dei numeri definendo “il dato più che positivo” “Un dato confortante – ha detto Nesci - che fa ben sperare. Sono i primi segni di un’inversione di tendenza? Sicuramente è presto per dirlo. Bisognerà verificare quanto questo dato diventerà strutturale. A questi primi passi, però, bisogna guardare con fiducia. Di certo, la normativa appena entrata in vigore appare efficace. L’ingresso nel mondo del lavoro, ed anche la sua stabilità, sono temi che incidono enormemente sul futuro delle giovani generazioni. Ed un Paese che non aiuta i propri giovani non ha rispetto di se stesso. Apprezziamo i numeri perché dietro ad essi ci sono persone in carne ed ossa, con le loro difficoltà e le loro speranze. A queste persone, al loro futuro, devono essere rivolti tutti i nostri sforzi. Confidiamo – conclude il Presidente Epas – che si proceda così".