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Torna indietro    da "REDAZIONE EPAS" del 15/06/2015

JOBS ACT: BUONE LE NOVITÀ DEL GOVERNO, ANCHE SE RIMANGONO ANCORA PERPLESSITÀ
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Finalmente ha preso forma quasi per intero la riforma che dovrebbe riordinare il settore del lavoro, attraverso il via libera da parte del Consiglio dei Ministri a due decreti attuativi che riguardano il riordino dei contratti, la conciliazione vita-lavoro, a cui si sono aggiunti altri quattro decreti approvati in via preliminare inerenti gli ammortizzatori sociali, l’Agenzia unica per le ispezioni e l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro.

“Arrivano segnali positivi dal Governo che continua a lavorare costantemente affinché si arrivi presto alla definizione della riforma del lavoro messa tra i punti principali dell’agenda politica – afferma il Presidente Nazionale dell’EPAS, Denis Nesci -  l’auspicio è che si possa dare una nuova immagine al nostro Paese partendo proprio dalle politiche attive nel settore, dando speranza a giovani in procinto di entrare nel mondo del lavoro che hanno avuto in questi ultimi anni come unico esempio coetanei che hanno fatto della precarietà la loro condizione di vita, - continua il Presidente dell’EPAS - per non parlare poi dei disoccupati e dei cassa integrati, aumentati vertiginosamente nell’ultimo periodo”.

Le novità introdotte con l’approvazione dei decreti tengono conto delle esigenze dei genitori e della capacità di far conciliare lavoro e vita familiare, prevedendo l’allungamento del periodo di congedo parentale facoltativo retribuito e non retribuito (nel primo caso si passerà da 3 a 6 anni di età del bambino, per il secondo invece dagli attuali 8 ai 12 anni) fermo restando  la durata che sarà sempre pari a 6 mesi.

Al fine di ridurre la precarietà generata dai vari contratti atipici, si è deciso di  eliminare il tanto odiato contratto di collaborazione a progetto, cosiddetto co.co.pro, mentre, in materia di ammortizzatori sociali, è stata fissata a 24 mesi la durata della cassa integrazione che può allungarsi a  36 mesi se si fa ricorso alla solidarietà.

Tra le diverse novità, sono rimasto piacevolmente colpito dall’idea di istituire un’agenzia per le politiche attive del lavoro che dia supporto ai cittadini in ambito lavorativo, essendo il Centro per l’impiego negli ultimi anni una struttura depotenziata e quindi alquanto inutilizzata nel panorama  italiano; d’altro canto– prosegue Denis Nesci – non bisogna commettere l’errore di affidare a questa istituzione una quantità troppo ampia di servizi, assorbendo realtà troppo grandi, in quanto si rischierebbe di generare ancora più confusione di quella che in realtà già c’è nel settore”.


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