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Torna indietro    da "REDAZIONE EPAS" del 27/08/2015

PRECARIETÀ IN CALO: AUMENTANO, SEPPUR DI POCO, I CONTRATTI A TEMPO INDETERMINATO
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Un sogno che tutti i lavoratori hanno fatto almeno una volta nella vita, perché nonostante gli anni abbiano notevolmente modificato alcune dinamiche del mondo del lavoro, la certezza e la stabilità che viene dall’aver sottoscritto un contratto a tempo indeterminato, rimane pressoché invariata.  L’indeterminato, nonostante sia stato snaturato nella forma (venendo meno le tutele dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori) non ha perso il suo fascino, rimanendo la forma contrattuale più stabile e allo stesso tempo più desiderata dagli italiani che, grazie al Jobs Act, diventa ora anche più raggiungibile.

Secondo i dati diffusi dal ministero, nell’ultimo mese, si è registrato un aumento complessivo dei contratti  di lavoro, con un saldo tra le attivazioni e le cessazioni pari a 135.417, in particolare, a fronte di 761.168 nuovi contratti stipulati 137.826 sono contratti a tempo indeterminato, 534.215 sono contratti a tempo determinato, 21.172 sono contratti di apprendistato, 25.111 sono collaborazioni e 48.844 sono classificate come altre forme di lavoro.

La riforma ha introdotto notevoli benefici, sottoforma di sgravi fiscali per i datori di lavoro che decidono di trasformare contratti di lavoro a tempo determinato in indeterminato, ciò ha avuto come conseguenza la trasformazione di 27.328 rapporti di lavoro, un dato positivo se confrontato con quello del 2014 nello stesso periodo, in cui si sono registrate circa 21.429 trasformazioni.

Per ciò che concerne le cessazioni, nel mese di luglio sono state pari a 631.751, di cui 137.779 fanno riferimento a contratti a tempo indeterminato, 390.141 a tempo determinato, 13.387 sono relative a contratti di apprendistato, 48.233 a collaborazioni e 42.211 relative ad altre forme di lavoro

Se infine si fa un confronto tra i dati di quest’anno e quelli dello scorso anno nel periodo gennaio-luglio, si registra una crescita delle attivazioni dei contratti a tempo indeterminato pari al 39,3%. “Per capire se effettivamente la riforma messa in atto dal Governo possa portare dei benefici all’intero comparto bisognerà aspettare l’approvazione degli ultimi quattro decreti attuativi che, inizialmente, era prevista per oggi – afferma il Presidente Nazionale dell’Epas, Denis Nesci – è necessario chiudere nel più breve tempo possibile questo capitolo e iniziare a lavorare su altri aspetti importanti per cercare di dare sollievo ai cittadini, ridando loro il potere di acquisto”.


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