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Mentre lo scenario politico italiano e i cittadini continuano a chiedersi quando e se la riforma del lavoro farà sentire finalmente i suoi effetti positivi, dall’Europa sembrano arrivare conferme e rassicurazioni sulla condizione occupazionale del nostro Paese. Secondo i dati Eurostat, in Europa, a luglio, il tasso di disoccupazione è sceso dello 0,1%, in termini assoluti, ossia 232mila disoccupati in meno a distanza di un mese; notizie confortanti arrivano anche per ciò che riguarda la componente under 25 in cui si assiste ad un calo dei ragazzi in cerca di impiego. Ma in tutto ciò come se la passa l’Italia? Il Bel Paese sembra uscirne bene, se messo a paragone con gli altri appartenenti all’Unione, così come confermano i dati Istat relativi agli occupati e disoccupati del secondo trimestre del 2015: continua la crescita degli occupati (intorno allo 0,8% in un anno) degli occupati, in particolare dei cittadini over 50; buoni risultati si riscontrano anche sul versante disoccupazione che si attesta intorno al 12,1%, tale percentuale deriva da una riduzione al Nord che viene però compensata dalla stabilità che si registra nel Mezzogiorno e un aumento, seppur minino, al Centro.
Dall’indagine condotta su tutto il territorio europeo, la Germania, la Francia e la Spagna si attestano su livelli di disoccupazione più alti del nostro, mentre per quanto riguarda la fascia di età under 25 risulta ancora particolarmente elevato in Grecia, Spagna e Croazia.
“Sicuramente non possiamo gioire sui dati positivi registrati negli ultimi mesi dal nostro Paese, d’altro canto - afferma il Presidente Nazionale dell’Epas, Denis Nesci – l’indagine mette in luce un aspetto che non possiamo trascurare, relativo all’influenza e agli effetti che finora hanno avuto le politiche europee in materia occupazionale, che non hanno sortito gli effetti sperati”.