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Torna indietro    da "REDAZIONE EPAS" del 09/09/2015

LAUREATI ITALIANI: ANCORA POCHI RISPETTO ALLA MEDIA EUROPEA
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La laurea, una scelta che molti ragazzi concepiscono come un’opportunità non solo di accrescimento del proprio bagaglio culturale e personale, ma come una possibilità in più di ottenere un buon posto di lavoro ben remunerato. Il nostro Paese, secondo una recente indagine condotta da Almalaurea, è ancora un passo indietro rispetto alla media europea per ciò che concerne il numero di laureati che, nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni, è pari al 22% contro il 37% registrato negli altri 21 Paesi.

La differenza con il resto d’Europa si sta riducendo di anno in anno, infatti, nonostante i laureati nostrani incontri ancora molte difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, è pur vero che la laurea continua ancora a rappresentare un forte investimento contro la disoccupazione, soprattutto in periodi particolarmente difficili. Nell’intero arco della vita lavorativa, è stato infatti riscontrato che le performance lavorative dei laureati siano migliori rispetto ai propri coetanei diplomati, sia in termini di opportunità occupazionali, che retributive.

Vale la pena sottolineare alcuni aspetti importanti del rapporto presentato. Se si mettono a confronto i livelli di occupazione dei tre gradi di laurea (triennale, magistrale e a ciclo unico), a distanza di un anno dal conseguimento del titolo, si evince che coloro i quali hanno conseguito la laurea magistrale, avranno maggiore possibilità di trovare un’occupazione rispetto ai coetanei che hanno ottenuto il diploma di laurea (70% del tasso di occupazione dei primi contro il 66% dei secondi) anche se questi ultimi, avranno più chance rispetto a coloro che hanno conseguito la magistrale a ciclo unico. Diversa è invece la situazione per quanto riguarda le retribuzione netta ad un anno, più alta per quanto riguarda i laureati magistrali (1.065 euro) a seguire i magistrali a ciclo unico (1.024 euro) e infine i laureati di primo livello che percepiscono 1.013 euro.

Esperienze formative nel corso degli studi rappresentano inoltre un incentivo all’occupazione, a parità di condizioni infatti, i laureati che vantano esperienze presso aziende sotto forma di stage, tirocini ed esperienze di studio all’estero hanno il 10%-20% di possibilità in più di trovare lavoro.

Se infine si considera esclusivamente il gruppo disciplinare, emerge che i laureati  delle professioni sanitarie, gli ingegneri e i gruppi chimico-farmaceutico ed economico-statistico hanno una percentuale di occupazione superiore alla media, peggio va per i laureati in materie giuridiche e letterarie.

Non c’è mai stato alcun dubbio circa la situazione occupazionale critica del nostro Paese, l’indagine non fa altro che confermare il fatto che, nonostante l’ottima preparazione dei nostri studenti, l’Italia continua ad offrire molto poco ai nostri laureati in termini occupazionali, infatti – afferma il Presidente Nazionale dell’Epas, Denis Nesci – non solo siamo uno dei Paesi occidentali in Europa con gli stipendi più bassi, ma pretendiamo anche che, ragazzi appena usciti dagli atenei che hanno concluso regolarmente nell’arco dei 5 anni il loro percorso di studio, debbano vantare un numero considerevole di esperienze professionali; ciò –aggiunge il Presidente dell’Epas – costringe molti ad andare in altri paesi dove anche i neolaureati hanno maggiore opportunità di iniziare un lavoro qualificato e ben retribuito”.


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