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Tra le novità introdotte con il decreto n. 80 del 2015 finalizzato a favorire la conciliazione dei tempi di vita e lavoro dei lavoratori con figli, quella in materia di congedo parentale è stata forse una delle più discusse, ovviamente in positivo. Il decreto infatti, ha previsto l’estensione del periodo di congedo parentale (fino ai 12 anni del bambino) permettendo quindi alle mamme o ai papà di stare più vicini ai loro figli, estendendo anche la retribuzione al 30% della paga media indipendentemente dal reddito, dai 3 ai 6 anni di vita. Un’ agevolazione, questa, che va a ridursi con la crescita del bambino, infatti dai 6 agli 8 anni, i genitori che richiederanno il congedo riceveranno un indennizzo sempre del 30%, ma soltanto a determinate condizioni reddituali; fino ad arrivare a periodi di congedo parentale fruiti tra gli 8 anni ed i 12 anni di vita del bambino (oppure tra gli 8 anni ed i 12 anni dall’ingresso in famiglia del minore adottato o affidato) che non saranno indennizzabili.
Ogni genitore potrà richiedere il congedo per massimo sei mesi che diventano sette nel caso in cui il padre ne richieda almeno tre, la somma dovrà essere comunque pari o inferiore ai dieci mesi, salvo in presenza di un solo genitore, in quest’ultima ipotesi il padre o la madre potranno chiedere un congedo fino a dieci mesi.
Altro punto cruciale riguarda il congedo su base oraria, già previsto nella legge di stabilità del 2013 ma mai effettivamente richiesto, d’ora in poi sarà possibile fruire di alcune ore di congedo nella singola giornata di lavoro, purché siano pari alla metà dell’orario medio giornaliero, ciò in assenza di regolamentazione del contratto collettivo e, naturalmente, tale richiesta non potrà essere cumulabile nella stessa giornata con permessi o riposi.
La vera novità riguarderà però la modalità di presentazione che, a partire da lunedì 14 settembre, sarà effettuata per via telematica, un’innovazione che ha trovato consenso anche da parte del Presidente Nazionale dell’EPAS, Denis Nesci il quale ha dichiarato che “ogni azione tesa a snellire le procedure e i tempi di attesa dei cittadini è sicuramente accolta positivamente, a maggior ragione se è accompagnata anche da ulteriori vantaggi per i lavoratori che devono riuscire a far combaciare gli impegni familiari con quelli lavorativi, il mio auspicio – conclude Nesci – è quello di veder confermata la nuova procedura che in questo primo anno è stata introdotta in via sperimentale”.