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Torna indietro    da "REDAZIONE EPAS" del 05/02/2016

DISOCCUPAZIONE: SERVONO CORAGGIO E NUOVE IDEE
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Continuiamo ad assistere a fluttuazioni del tasso di occupazione che, seppur leggere, mettono in evidenza uno stato di instabilità persistente nel nostro Paese rispetto alla situazione riscontrata negli altri paesi europei; è fondamentale - interviene il Presidente Nazionale dell’Epas, Denis Nesci – comprendere le dinamiche che incidono su questa variabilità affinché il 2016 possa essere l’anno della ripresa”.

L’Italia rimane ancora un passo indietro nel mercato del lavoro nell’area euro, questi i risultati dell’analisi condotta dall’Eurostat da cui emerge un tasso di disoccupazione pari al 9%, e quello giovanile che si attesta su valori più rilevanti arrivando a toccare il 22%; tra i Paesi europei che meglio stanno reagendo c’è sicuramente la Germania il cui tasso di disoccupazione è sceso al 6,2% dal 6,3% di novembre, arrivando ad un livello minimo storico, segno che le politiche messe in atto hanno sortito gli effetti sperati.

Nel nostro Paese, secondo  quanto appreso dall’ultima indagine Istat è aumentato, seppur di poco, il numero di  disoccupati, arrivati a quota 2.898.000 (con una forte incidenza maschile), un dato non proprio positivo rispetto al calo registrato il mese prima.

Analizzando il tasso di occupazione, si evidenzia una diminuzione pari allo 0,1% dovuta soprattutto al calo registrato tra i lavoratori indipendenti: l’aumento dell’occupazione tra i lavoratori con contratto a tempo determinato (aumentati  di 3 mila unità) a cui si aggiungono quelli a tempo indeterminato (sono circa 33 mila lavoratori in più) non è bastato a compensare il trend negativo tra i lavoratori indipendenti pari all’ 1,0% (all’incirca 54.000 lavoratori in meno).

Ciò che preoccupa, ancora una volta, è il tasso ancora troppo elevato della disoccupazione giovanile  afferma il Presidente Nesci – è vero che in Italia sono state attuate delle riforme che stanno pian piano portando a dei benefici, ma d’altronde non si poteva rimanere immobili di fronte a quello che avrebbe potuto provocare un disastro sotto il punto di vista economico e occupazionale, ora – conclude Nesci – bisogna avere il coraggio di proseguire con nuove idee che possano dare nuova spinta al mercato, prendendo spunto dalla politica messa in atto da altri Paesi europei che, oggi, hanno invertito il trend occupazionale negativo degli ultimi anni”.


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