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Torna indietro    da "REDAZIONE EPAS" del 27/09/2016

Anticipo pensionistico, quali novità?
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Continuano i dibattiti sulla tanto discussa riforma pensionistica, che ogni giorno apre a nuovi spiragli di confronto ed incessanti perplessità mostrate dai numerosi attori coinvolti; sebbene si punti al cambiamento –  interviene il Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci -  persistono degli ostacoli derivanti da aspetti puramente economici, l’operazione di ritocco delle pensioni infatti avrebbe un costo di miliardi di euro che in questo momento il nostro Paese non può permettersi”.

Nonostante le tante rassicurazioni da parte delle Istituzioni, la partita che il Governo sta giocando continua in maniera incessante, ma le indiscrezioni in materia sono ancora alquanto contraddittorie: da una parte si parla di possibili forme di pensionamento flessibile che dovrebbe garantire un’uscita anticipata dal lavoro, dall’altra, non c’è condivisione e intesa su tali misure. La situazione è tuttora in bilico, incerta e confusa, poiché mettere in atto una riforma pensionistica capace di ridare fiato agli italiani puntando su criteri di equità viene ritenuto un atto di difficile attuazione, per via delle risorse a disposizione decisamente esigue.

Il punto più saliente di cui si sta discutendo è l'anticipo pensionistico (Ape) che dovrebbe esser concesso  a coloro che hanno intenzione di andare prima in pensione rispetto all’età legale di pensionamento. Va precisato però che si tratta di un progetto sperimentale che dovrebbe partire dal 2017 per due anni, prorogabili solo nel caso in cui i risultati siano positivi. I lavoratori interessati dalla sperimentazione sono i dipendenti sia privati che pubblici,  autonomi e parasubordinati che abbiano 63 anni di età e 20 anni di contributi a partire dal 1° gennaio 2017. Il punto più delicato riguarda il modo in cui sarà attuata l'operazione, ovvero con prestiti da parte di banche e assicurazioni forniti attraverso l'Inps, che dovranno poi essere restituiti a rate, una volta ottenuta la pensione, con un prelievo; tuttavia, il rimborso del prestito richiesto causerebbe una riduzione dell’importo pensionistico piuttosto notevole. Su quest’ultimo punto manca proprio l’intesa tra le parti in campo.  

Restiamo in attesa dei possibili sviluppi dell’operazione del “pacchetto previdenza” per poter esprimere un giudizio di merito, anche perché il pacchetto non riguarda solo l’Ape, ma anche altre misure sostanziali per i lavoratori italiani -dichiara il Presidente dell’EPAS, Nesci - ora, più che mai, occorre valutare con lucidità la situazione e approvare provvedimenti nel rispetto dell’equità e della correttezza che possano garantire ad ogni cittadino gli stessi diritti –conclude il Presidente, Nesci-e soprattutto ci auguriamo che le misure che verranno approvate non siano ulteriormente gravose per i lavoratori e pensionati, colpiti ormai da anni da scelte che sono costate sacrifici enormi per le classi più deboli ”.


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